E siamo a due. Nel giro di poco più di un mese due dipendenti del Comune sono stati arrestati per corruzione. Ieri mattina un impiegato di Palazzo Marino è finito in manette con l’accusa di avere chiesto soldi ad alcuni negozianti per evitare qualche multa. Non si fa attendere la replica del Comune, che condannando fermamente l’episodio ha annunciato che si costituirà parte civile contro l’amministrativo.
Nel mirino dell’inchiesta, nata dal comando di zona 3 della Polizia locale e coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pm Grazia Colacicco, Giovanni Calabrese, 54 anni, agente accertatore per conto dell’ufficio pubblicità di Palazzo Marino che avrebbe chiesto mazzette da 100 euro o poco più ai commercianti per evitare di prendere provvedimenti sulle insegne dei negozi non in regola o altre irregolarità legate alla pubblicità. Il trucchetto del funzionario? Forte della discrezionalità del suo compito a Calabrese bastava andare un po’in giro, cercare qualche insegna che potesse presentare anomalie, minacciare multe da 1000 euro per poi chiedere ai negozianti piccole tangenti tra i 100 e i 300 euro per non elevare l’eventuale sanzione. Un gioco da ragazzi. Come detto è il secondo caso nel giro di poco più di un mese: i primi di dicembre, infatti, era finito in carcere Gianluca Carta, dipendente del settore Urbanistica. In quel caso, i responsabili della griffe Blumarine avevano denunciato alle forze dell’ordine il funzionario che aveva chiesto loro una mazzetta da mille euro (come seconda tranche di altri mille euro già richiesti), per «oliare» la pratica di una boutique in via della Spiga. I carabinieri, sempre coordinati dal pm Colacicco, avevano allora organizzato una trappola e arrestato Carta proprio mentre scendeva dal suo ufficio dopo aver preso i soldi.
Così è stato ieri mattina: i carabinieri del nucleo investigativo, dopo la denuncia di un negoziante al comando di zona 3 dei vigili, hanno teso una trappola a Calabrese, arrestandolo in flagranza mentre intascava la mazzetta in una pasticceria di via Matteucci. Per ora all’uomo sarebbero contestati tre episodi di presunte tangenti. Ferma la condanna di Palazzo Marino, che rivendica il buon operato dei vigili: «L’amministrazione è impegnata a garantire il più rigoroso rispetto della legalità a tutela dei diritti dei cittadini e degli operatori commerciali. Vanno perseguiti e condannati coloro che approfittano del loro ruolo pubblico danneggiando persone e imprese, mettendo anche in cattiva luce il Comune - si legge nella nota -. L’inchiesta che ha portato all’arresto del dipendente comunale è partita dalla Polizia locale e, in particolare, dal Comando di Zona 3, cui un cittadino milanese si era rivolto per denunciare quanto stava accadendo.
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