Le opere d’arte ora sfilano in passerella

Le opere d’arte ora sfilano in passerella

L’unione del linguaggio espressivo della moda con le arti figurative svolge da tempo un ruolo tutt’altro che marginale. Grazie a stilisti che avrebbero potuto tranquillamente essere architetti, pittori, o scultori, i vestiti si sono trasformati non di rado in opere d’arte, puri concentrati di estrosa fantasia e abilità sartoriale. La mostra Sottopunti d’arte - Sculture in tela intende valorizzare e raccontare l’aspetto creativo e progettuale della moda, attraverso la presentazione di circa 25 abiti-scultura, realizzati nella migliore tradizione delle tele sartoriali dagli allievi dell’accademia. Si tratta di vere e proprie architetture di tessuti, a volte utopistiche eppure indossabili, ospitate al Museo Boncompagni Ludovisi (via Boncompagni, 18) fino al primo marzo, in un’ottica di composizione moderna e contemporanea, ma nel rispetto dell’alto artigianato e di quella «divina proporzione», che dà alla creazione finale la giusta armonia, la vestibilità e lo stile. Immaginate un laboratorio di ricerca, dove viene estremizzata al massimo la progettazione creativa attraverso i materiali, i tagli e le forme che sono alla base del progetto stilistico. È soprattutto nell'elaborazione dei colli, delle maniche, del godet, delle asole, ecc. che si esprime la ricerca: i particolari diventano oggetto di attenzione ed ecco quindi nascere abiti dai nomi curiosi, come «Crescendo di revers», «Maniche e polsi», «Girandole di budellini», «Orli», «Tetto di spalline», «Interno tasche e cinte», o «Sottosopra», che propone un originale gioco di colli. A volte è invece una tradizione culturale a suggerire il nome, come per esempio nelle creazioni «Uova moda e fantasia», chiaramente ispirate all'uovo di Pasqua. I risultati sono indubbiamente di grande effetto. La leggerezza dei tessuti si coniuga sapientemente con la strutturazione scultorea degli abiti. I diversi materiali si sovrappongono e si confondono, creando suggestivi contrasti di superfici opache con altre trasparenti, di elementi metallici o plastici con nuvole aeree di tulle, dei toni chiari con quelli scuri e in particolare con il nero.

L’opera scelta come immagine dell’evento è «Self-confident Bride», dell’artista Lucia Flego: un abito-installazione di circa due metri di altezza. Bianco come un «normale» abito da sposa, è stato realizzato con 40mila fascette di plastica per elettricisti e illuminato dall’interno per ottenere una luce radiosa. Ingresso libero.

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