Quella enunciata - con le dovute cautele e sobrietà di linguaggio - dal ministro dello Sviluppo economico e dei Trasporti, Corrado Passera, è una buona notizia. L’istituzione del reato di omicidio stradale era dall’opinione pubblica aspettata da tempo perché, sono parole di Passera che credo tutti condividano, «la situazione attuale di totale impunibilità per chi uccide sulla strada non può essere tollerata.È inaccettabile socialmente che chi uccide sotto l’effetto di alcol o droghe se ne torni a casa, non è proprio possibile. Chi si prende consciamente una possibilità così grossa, che può portare a delle stragi - ha concluso- deve essere sanzionato enormemente ». Il progetto, che per ora è una «riflessione » e speriamo che non resti tale a lungo, è di applicare il reato di omicidio volontario a chi, al volante con un tasso alcolemico superiore a 1,5 o avendo assunto sostanze psicotrope o stupefacenti, comunque capaci di alterare l’attività mentale, causi la morte di una persona in un incidente stradale. E sia punibile con la pena da otto a diciotto anni, soggetto all’arresto in flagranza (quando nelle vesti di«pirata della strada») e, come sanzione amministrativa, privato- a vitadella patente, senza possibilità di conseguirne altra. Una riforma non da poco, se portata in porto indenne da emendamenti che potrebbero non mancare anche in questo caso, perché se non esiste la lobby dei killer della strada, c’è sempre qualcuno che alla parola carcere parte in quarta agitando la muleta dei diritti umani per denunciare la barbarie della reclusione: nessuno tocchi Caino e quelle menate là. C’è poi il «quadro europeo » che il ministro Passera ha voluto evocare e nel cui ambito l’«ergastolo della patente» e il conseguente divieto di circolazione alla guida di autoveicoli e motocicli in tutto il territorio europeo «potrebbe risolversi in un pregiudizio della libertà di circolazione ». Se potessimo dare un consiglio a Passera gli diremmo di non curarsene. Di non curarsi,cioè,del«quadro europeo »: il diritto (umano?) alla circolazione è una gran cosa e nessuno lo nega. Però è un diritto, al pari di molti altri, che non solo va meritato, ma anche distinto. Chi si mette al volante sbronzo o fatto di droga e in quello stato finisce per uccidere quando per non fare strage, mantiene sì il diritto di liberamente circolare. Però in treno. Vada dunque avanti, il ministro Passera, e a testa bassa, senza farsi distrarre dai piagnistei umanitaristici del «quadro europeo». Che già tanti guai ci ha arrecato e se lo lasciamo fare chissà quanti ancora potrà arrecarcene. Istituire il reato di omicidio stradale sana una vergogna nazionale: quella, appunto, di lasciar liberi degli assassini patentati, qui detto sia in senso lato che letterale.
Una iniziativa che avrà il consenso corale di tutto il Paese, perché richiesta, invocata da tempo. Quando vuole il governo Monti sa essere un fulmine di guerra: questa è l’occasione buona,è l’occasione giusta per farsi fulmine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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