Gli orrori del dottor Mengele diventano un fumetto

Il romanzo originale non perde un grammo della sua bellezza. Al termine della Seconda guerra mondiale, Josef Mengele riesce a fuggire in Argentina dove una rete capillare di ex nazisti o di simpatizzanti riesce a fornire nuove identità e opportunità di lavoro

Gli orrori del dottor Mengele diventano un fumetto
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Il romanzo La scomparsa di Josef Mengele di Olivier Guez è uscito in Italia per Neri Pozza nel 2018. Ora diventa un graphic novel o romanzo grafico grazie all'autore stesso, al disegnatore Jörg Mailliet e allo sceneggiatore Matz. L'editore è La nave di Teseo. I disegni sono bellissimi, decisamente nella scia di Hugo Pratt.

Il romanzo originale non perde un grammo della sua bellezza. Al termine della Seconda guerra mondiale, Josef Mengele riesce a fuggire in Argentina dove una rete capillare di ex nazisti o di simpatizzanti riesce a fornire nuove identità e opportunità di lavoro. Mengele era il medico di Auschwitz. Aveva studiato e conseguito diversi dottorati. Se ne vantava in continuazione. Si sentiva superiore e intoccabile. Nel lager, compiva esperimenti di una crudeltà efferata, specie sui gemelli, trattando i prigionieri come carne da macello. Lo faceva, diceva lui, per la scienza e per la razza. Questo sadico mostro proveniva da una ricca famiglia della Baviera pronta a sborsare cifre ingenti pur di evitare uno scandalo. Così Mengele, cambiato nome, vive da signore a Buenos Aires e si concede anche qualche ritorno in Europa. Ma i tempi, lentamente, cambiano. L'Argentina non è più sicura. Mengele inizia un tour del Sudamerica, trovandosi in condizioni sempre più umilianti per un uomo come lui, abituato al lusso e al potere. Il Mossad lo cerca. Adolf Eichmann è stato rapito e processato in Israele. Mengele vive nella paranoia di essere individuato dai servizi sionisti. La paranoia e la povertà lo conducono alle soglie della pazzia. Il figlio Rolf lo rinnega. Il resto della famiglia lo abbandona. Il mondo intero ora conosce le aberrazioni consumate da Mengele.

Il boia annega nel 1979. Negli anni di esilio non ha mai cambiato opinione. È sempre rimasto fedele al nazismo, all'ossessione della razza, alla inferiorità degli ebrei. Non può provare rimorso per aver massacrato gli ebrei.

Essi non sono uomini, di conseguenza possono essere utilizzati come cavie. Mengele, soprannominato l'Angelo della morte dai prigionieri, attendeva con il frustino in mano i treni piombati. Quindi decideva chi avrebbe lavorato, chi sarebbe morto subito, chi avrebbe assaggiato il suo bisturi.

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