da New York
Se fosse stato un esame si sarebbe aggiudicato un dieci e lode, se fosse stata la finale di un'olimpiade la medaglia d'oro. Trattandosi invece della Manon, danzata sul palco del Metropolitan di New York, Roberto Bolle è stato premiato dagli applausi scroscianti del pubblico e dalle splendide critiche della stampa Usa.
Il pubblico, lunedì sera alla fine di un'appassionante Manon nella quale Bolle (al suo esordio come étoile del Met) e Alessandra Ferri hanno raggiunto la perfezione, lo ha applaudito, in piedi, per quasi mezz'ora. «Bellissimo!» urlavano le signore della buona società con gli occhi umidi per l'emozione. «Meglio del Titanic», ha sussurrato all'orecchio del marito una vip. La recensione del New York Times, poi è stata scritta con lodi tali da farne, probabilmente, una delle più belle del primo ballerino della Scala.
Venuto al Met ospite dell'American Ballet Theatre (Abt), scelto dalla Ferri per danzare con lei nel suo addio americano, Bolle ha fatto innamorare Rosalyn Sulcas, critica del più prestigioso quotidiano newyorchese. Che ha definito la sua performance «perfetta», l'intesa tra lui e la Ferri «meravigliosa» e il loro primo pas de deux «impeccabile, un poema vivente della coreografia» realizzato dal coreografo Kenneth McMillan. Quest'ultimo ha riportato l'histoire di Manon sul palcoscenico più prestigioso al mondo a 14 anni dal suo debutto americano, offrendo ai due ballerini italiani la possibilità di strabiliare il pubblico del Metropolitan con i loro erotici pas de deux.
«Bolle» ha proseguito il New York Times, «un ballerino con le proporzioni fisiche di un dio Greco, possiede anche una grazia felina e delle linee perfette».
«Mi sembra di vivere un sogno», ci ha detto il trentaduenne di Casale Monferrato dopo aver letto l'articolo; «L'emozione di danzare su quel palco, l'accoglienza straordinaria dei newyorchesi... lo desideravo da tanto tempo ed è stata una serata stupenda». Lui e la Ferri hanno ancora due occasioni per danzare insieme: la Manon di stasera e l'addio della Ferri nel Romeo e Giulietta del 23 giugno.
«In sala ci sarà una grande tensione e la sentiremo anche noi», ha ammesso Bolle. «Quando Alessandra diede l'addio alla Scala con La dama delle camelie, uscimmo in lacrime».
Dimenticata la polemica con la Fracci, Bolle si è immerso in questa esperienza americana che sicuramente ripeterà. «Sarei proprio felice di tornare. Mi ha veramente colpito il modo di lavorare dell'Abt. La loro stagione dura due mesi, nei quali mettono in scena otto programmi alla settimana.
«Alessandra mi ha chiesto di danzare anche nella Manon di sabato», ha sorriso Bolle, «ma non voglio fare uno sgarbo ad Angel Coreglia. Però se Alessandra insiste lo farò».
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