Arrivederci alla corsa rosa, applausi al campione, è già tempo di pagelle. Ecco le sorprese, le conferme e le delusioni del Giro d'Italia 2011.
CONTADOR 9 Ha fatto una corsa da autentico «padrone». Se non ci fossero i sospetti di doping, con la squalifica che gli pende sul collo, avrebbe meritato senz'altro un dieci. Non solo perchè si è dimostrato nettamente il più forte. Ma perchè ha dato spettacolo e ha perfino emozionato per altruismo. Ha «regalato» la vittoria al venezuelano Rujano sul Grossglockner e all'ex gregario Tiralongo, che non aveva mai vinto da professionista, a Macugnaga. I tifosi l'hanno talvolta fischiato, ma alla fine l'hanno tutti applaudito inchinandosi alla sua classe. Forse il miglior Contador di sempre, e uno dei più grandi campioni della storia del ciclismo.
SCARPONI 7,5 Il migliore degli italiani. È vero che non ha mai vinto - gli unici suoi podi il secondo posto di Montevergine e il terzo di Nevegal - ma è andato complessivamente meglio di Nibali in salita, ha retto in pianura, non ha comunque mai mollato da vero «combattente», pagando anche, come sull'Etna, lo scotto della sua generosità. Tutto sommato un Giro più regolare del messinese della Liquigas.
NIBALI 7 Contro un «mostro» come Contador c'era poco da fare, ma la sensazione è che alla possibilità di vincerlo questo Giro non ci abbia mai creduto fino in fondo. Sfortunato anche perchè gli sono venuti a mancare gregari fondamentali (soprattutto Szmyd). Le sue tappe più belle rimangono quelle dello Zoncolan, con il terzo posto dieci secondi dietro a Contador, e la cronoscalata di Nevegal, secondo sempre dietro lo spagnolo. Si è sentita la mancanza al suo fianco di Ivan Basso.
GARZELLI 7 La vera rivelazione del giro è questo «ragazzino»: a 37 anni lui che il Giro lo vinse ben undici anni fa riesce ancora a essere protagonista. Sognava di chiudere in bellezza vincendo la tappa più dura, quella del Gardeccia: ci ha provato con una lunga fuga solitaria, ma è stato beffato dallo spagnolo Nieve. Si è consolato passando per primo sulla Cima Coppi e soprattutto vincendo la maglia verde del migliore scalatore. Ma ha attaccato anche nella tappa di Macugnaga.
GRUJANO 6,5 Una furia in montagna, il più piccolo del gruppo (nella cronoscalata ha dovuto mettere una «protesi» sulla bici perchè troppo leggero). Grazie alla sua statura «mignon» (1 metro e 62) e soprattutto al suo peso piuma (appena 48 kg) il venezuelano ha sbalordito tutti per la sua agilità in salita. La sua impresa resta la vittoria sul Grossglockner, anche se deve dire grazie a Contador. Sfortunato invece sull'Etna, secondo dietro allo spagnolo anche per un problema meccanico.
KREUZIGER 6,5 Il miglior giovane del Giro, la maglia bianca è sua. L'anno scorso alla Liquigas è poi passato all'Astana. Molto bravo in montagna il ceco si fa valere anche a cronometro. Le promesse italiane sono invece Capecchi e Ulissi, che hanno vinto anche una tappa ciascuno.
MENCHOV 5 Il russo è l'ombra del campione che due anni fa vinse il Giro. Mai in classifica si è messo in luce solo a sprazzi, come ieri nella tappa del Sestriere. Un campione logoro e ormai al tramonto, difficile comprendere perchè la nuova Geox abbia punta su di lui e sullo spagnolo Carlos Sastre.
ARROYO-MACHADO 4,5 Le più grandi delusioni di questo Giro. Lo spagnolo, secondo lo scorso anno dietro a Basso, ha fatto una corsa anonima senza nemmeno un podio. Lo stesso il portoghese. E dire che doveva essere il nome nuovo di questo Giro.
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