Palermo, arrestati venti trafficanti internazionali di droga

Palermo il cuore dello smistamento della droga, se la sostanza stupefacente era di gradimento veniva definita "cavallo buono"

Palermo, arrestati venti trafficanti internazionali di droga

Sono ventitre gli arresti eseguiti dalla squadra mobile di Palermo all’alba di oggi nei confronti di trafficanti di droga che svolgevano la loro attività criminosa a livello internazionale. Un’operazione chiamata “Green Finger” che ha permesso di smantellare contestualmente due distinte organizzazioni criminali che intrattenevano rapporti con l’Argentina e con il Marocco. Due clan i cui capi, Salvatore Drago Ferrante e Francesco Antonio Frumuso (arrestato nell'ambito del blitz antimafia Cupola 2.0), erano vicini agli ambienti di “Cosa Nostra”. Palermo era il cuore nevralgico nello smistamento della droga.

Le indagini sono iniziate nel 2015 e sono state indirizzate appunto a due consolidate organizzazioni criminali dedite al traffico di ingenti quantità di cocaina e hashish. In un caso gli investigatori hanno scoperto dei rapporti tra i componenti palermitani del clan (guidato da Salvatore Drago Ferrante) e soggetti malavitosi dell’Argentina. Quindi, dall’Argentina partivano grosse quantità di cocaina che poi, dopo alcune tappe intermedie in Europa, arrivavano a Palermo. "Tramite aerei- ha dichiarato il capo della Mobile Rodolfo Ruperti- arrivava droga in alcune capitali europee e abbiamo intercettato un carico in Francia".

In un altro caso era il Marocco il Paese dal quale i grossi fornitori inviavano l’hashish. La sostanza stupefacente rimaneva poi in alcuni magazzini del nord Italia e trasportata nel capoluogo siciliano attraverso corrieri palermitani. La droga comprata dalle organizzazioni palermitane veniva definita “un cavallo buono”, un messaggio in codice come emerge dalle intercettazioni. Gli investigatori hanno sequestrato dunque più di 1000 chilogrammi di droga, 700 dei quali sono stati sequestrati in più fasi con l’arresto dei corrieri. Sono state anche sequestrate, sempre a Palermo, numerose coltivazioni di cannabis.

Tutti i componenti dei clan sono adesso in arresto con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico, anche internazionale, di stupefacenti. L’operazione condotta dalla squadra mobile di Palermo, su delega della Procura della Repubblica è stata possibile grazie alla collaborazione della polizia di altre città italiane.

"Cosa nostra in alcuni casi lambisce il fenomeno, in altri ne è contigua, in altri ancora è direttamente coinvolta. I personaggi che erano a capo delle due organizzazioni smantellate oggi, Salvatore Drago Ferrante di Bagheria e Francesco Antonio Fumuso (arrestato nell'ambito del blitz antimafia Cupola 2.0, ndr), erano soggetti vicini agli ambienti di Cosa nostra". A dirlo è stato Rodolfo Ruperti, capo della Squadra mobile di Palermo, incontrando i giornalisti per illustrare i dettagli dell'operazione "Green finger" che ha smantellato un fiorente traffico internazionale di droga.

"Si tratta di due distinti gruppi criminali, due vere e proprie associazioni a delinquere che trafficavano cocaina e hashish - ha spiegato Ruperti -. Si tratta di un'attività d'indagine molto complessa e articolata che si è svolta su tutto il territorio nazionale ma anche a livello internazionale". La cocaina, trafficata dal gruppo che faceva capo a Salvatore Drago Ferrante, arrivava dall'Argentina. "Tramite aerei arrivava in alcune capitali europee - ha spiegato il capo della Mobile -. Abbiamo intercettato un carico in Francia".

Il gruppo che si occupava di far arrivare nelle piazze di spaccio di Palermo l'hashish, invece, poteva contare su contatti diretti con un intermediario marocchino. "L'hashish arrivava al Nord Italia e da lì i vari corrieri palermitani lo portavano in città", ha concluso Ruperti

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