La Chiesa sposa l'ecologismo: ecco l'ultima mossa del Papa

Papa Francesco sta disegnando il mondo che verrà: il 2021 della Chiesa sarà dedicato all'ambientalismo. La Chiesa sposa il politicamente corretto

La Chiesa sposa l'ecologismo: ecco l'ultima mossa del Papa

La pandemia da Sars-Cov2 impone un ragionamento sul domani: bisogna occuparsi non solo del mondo per com'è ma anche del mondo per come dovrà essere. Papa Francesco ha le idee piuttosto chiare.

Non siamo - come umanità - ancora fuori dal guado pandemico, ma il pontefice argentino ha già immaginato il futuro del globo terrestre: un avvenire di tutela per le periferie economico-esistenziali, una prospettiva di garanzie per i migranti ed un sistema economico in grado di assottigliare le differenze, redistribuendo la ricchezza e modificando magari in parte il concetto di "lavoro" anche mediante l'introduzione di una forma di reddito universale.

Tutto questo, però, per la Chiesa cattolica andrebbe predisposto sulla scia di Laudato Sì, la prima eniclica ambientalista della storia ed il vero paradigma di riferimento per i tempi cui andiamo incontro in qualità di creature.

La notizia è di oggi: Papa Francesco, in occasione della quinta ricorrenza della pubblicazione di quella enciclica, ha indetto quello che Vatican News definisce "un intero anno speciale di riflessione sulla cura del creato". Jorge Mario Bergoglio, dopo il Sinodo panamazzonico, ha optato ancora per l'"ecologia integrale", la tutela del globo terrestre, l'ambientalismo e le sue sfaccettature dottrinali. Nell'ottobre del 2019, abbiamo assistito a numerose critiche. Dalla questione della Pachamama ai presunti rischi comportati dall'introduzione del culto della madre Terra (il Vaticano ha sempre smentito il fatto che la dottrina sia stata contaminata dagli idoli, dalla prassi e dalle usanze dei popoli primitivi) nella civiltà cristiano-cattolica: i tradizionalisti all'epoca si sono scatenati. Ma l'ecologia è ormai entrata di diritto nel lessico clericale. Tanto che nel corso della mattinata di oggi è stata presentata pure una preghiera ad hoc. Una supplica che i fedeli potranno recitare partendo da oggi ed arrivando sino al 24 maggio del 2021: "Ora più che mai, che possiamo sentire di essere tutti interconnessi e interdipendenti - si legge in uno dei passaggi - , fai in modo che riusciamo ad ascoltare e rispondere al grido della terra e al grido dei poveri".

La diffusione del nuovo coronavirus ci ha di sicuro rammentato di far parte di un sistema molto complesso. Le "cattive notizie avvolte in proteina" - per usare un'espressione del premio Nobel Peter Medawar - hanno riportato in auge il tema della convivenza tra esseri viventi e microrganismi, viventi o no che siano questi ultimi, che peraltro ci precedono dal punto di vista storico-temporale. La lettura dell'interconnessione tra organismi, che è propria della scienza e che è stata integrata dall'ideologia ecologista - basta leggere le ultime dichiarazioni di Greta Thunberg per accorgersene - è stata sposata anche dalla Chiesa cattolica. E questa, rispetto ai precedenti storici, rappresenta già una novità.

La Chiesa che, per la prima volta nella storia delle pandemie, ha rinunciato alla presenza fisica tra i fedeli (non sono state organizzate le cosiddette "processioni purificatrici" a parte qualche isolato caso. Processioni che hanno fatto parte delle cronache legate alle epidemie ed alle pestilenze di un passato meno consapevole delle origini dei virus ) e che, adagiandosi sulle norme delle autorità istituzionali laiche, ha deciso di sospendere le Messe con la partecipazione del popolo, con tutte le polemiche e le rivendicazioni che ne sono conseguite, ha scelto il politicamente corretto degli ecologismi per fuoriuscire dal lockdown dell'emergenza spirituale.

La Laudato Sì, ora, deve passare dal piano della potenza a quello dell'atto. Questo è l'obiettivo del vescovo di Roma.

Un orizzonte, un'opzione "pop" che - ne siamo certi - sarà condiviso anche dalla stessa Greta e dai principali attori della scena progressista. Perché "salvare la Terra" - secondo la visione pontificia - equivale ad "salvare vite", comprese quelle dei "poveri", su cui il Papa ha posto il secondo accento valido per l'anno che verrà.

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