Quante lagne dal Pd, che nel tentativo di trovare una sua identità in compensazione all'inconsistenza del suo segretario tenta di vestire i panni del martirio nel solito tema Lgbtq. Stavolta, il pretesto è il mese del pride, iniziato oggi e foriero di manifestazioni in tutta Italia ed Europa nei prossimi 30 giorni. Il governo, davanti alle innumerevoli sfide che si trova davanti in questo momento non ha esposto alcuna bandierina arcobaleno e non ha fatto dichiarazioni in merito, che probabilmente non avrebbe comunque fatto, perché si tratta di un tema che non ha mai cavalcato, a differenza della sinistra. Al contrario, però, dal Pd vorrebbero che un tema per loro identitario diventasse lo stesso per il centrodestra.
"Anche quest'anno il Partito Democratico aderisce ai Pride organizzati in decine di città italiane", si legge nella nota diramata dalla segreteria nazionale, dove poi si attacca il governo: "Il Partito democratico è con loro e continua questa battaglia di civiltà fuori e dentro il Parlamento e mai come quest'anno sente la responsabilità di farsi carico della richiesta di riconoscimento di diritti che già sono realtà in tutti gli stati occidentali e fondatori dell'Unione Europea". L'abitudine radicata del Pd di sventolare spauracchi non passa col tempo ma, anzi, si rafforza col nuovo corso, attaccando il governo per quello che definiscono "un inedito attacco alla cittadinanza lgbtqia+ italiana, in particolare alle famiglie arcobaleno e ai loro figli".
Il riferimento è alla solita questione delle famiglie monogenitoriali, che loro stessi non hanno mai ratificato quando erano al governo. Il motivo? Il tema dell'intero in affitto, tanto caro a Elly Schlein, divide la stessa sinistra. Però si pretende che sia il centrodestra a intervenire per una risoluzione positiva. Nonostante questo, a detta del Pd, la destra avrebbe sferrato un attacco "che non solo relega il nostro Paese su posizioni del tutto analoghe ai Paesi di Visegrad, come anche il Parlamento Europeo ha già certificato nelle scorse settimane, ma lede anche il principio costituzionale di uguaglianza fissato nell'art. 3 della Costituzione".
Argomentazioni forzate ed evidentemente pretestuose, figlie di una mancanza organica di temi che non mettano in imbarazzo gli esponenti se esposto dal segretario, in evidente difficoltà.
Sul tema ha fatto un passaggio anche Alessandro Zan, ma non ci si aspettava nulla di diverso dall'attivista ed ex parlamentare del Pd "Siano, mai come quest'anno, occasione di Resistenza pacifica e democratica, ma ferma e forte davanti alle discriminazioni della destra verso la cittadinanza lgbtqia+ e le famiglie arcobaleno". Ancora una volta la parola "Resistenza", usata a caso, privata del suo significato e mercificata come strumento di moral suasion. Con evidenti scarsi risultati, soprattutto sul mondo reale degli elettori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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