Sensibilizzare la popolazione sul tema della sofferenza inutile, ponendo in contatto diretto i cittadini con i clinici che operano sul territorio. È lo scopo della campagna itinerante CU.P.I.DO.-Cura Previeni Il Dolore, promossa dall'associazione pazienti Vivere senza dolore, con il patrocinio del Ministero della Salute e l'appoggio di Mundipharma. Il tour, che è partito da Viterbo, toccherà le principali piazze di 12 città italiane, fino al 31 maggio con momenti di incontro e dibattito tra istituzioni, comunità medica, media e associazioni di cittadini, che saranno chiamati a confrontarsi sul dolore cronico, alla luce dei punti di forza e delle problematiche delle diverse realtà regionali.
Nel Comune di Viterbo, ieri i medici specialisti hanno risposto alle domande dei visitatori, indicando le strutture locali più adeguate cui rivolgersi, per una corretta diagnosi e cura. Il tour proseguirà domani per Perugia, Ancona (12 Aprile), Forlì (19 Aprile), Brescia (21 Aprile), Vicenza (3 Maggio), Torino (10 Maggio), Genova (12 Maggio), Pistoia (17 Maggio), Foggia (19 Maggio), Napoli (24 Maggio), Bari (27 Maggio) e Messina (31 Maggio).
Il dolore cronico, quella sofferenza che perdura nel tempo fino a minare il benessere psico-fisico della persona, rappresenta un problema con implicazioni non solo cliniche ma anche culturali, etiche e sociali. «Secondo recenti stime, 15 milioni gli italiani soffrono di dolore cronico non oncologico: tra questi, 1 milione e mezzo di cittadini laziali, cui si aggiungono circa 26.000 pazienti con dolore da cancro - ha spiegato Antonio Gatti, Professore aggregato di Anestesia e terapia del dolore all'Università degli Studi di Roma Tor Vergata -. La Legge 38 ha finalmente sancito il diritto a non soffrire, puntando a garantire a tutti gli italiani un accesso uniforme alle cure e una maggiore appropriatezza terapeutica; una svolta epocale, per il nostro Paese». Le Regioni si stanno adeguando: nel Lazio, con il Decreto 83 del 30.09.2010 firmato dalla Presidente Polverini, si è dato avvio all'applicazione concreta della Legge nazionale. Poi si è istituito il coordinamento regionale della rete per il trattamento del dolore cronico non oncologico. Per dare piena attuazione alla nuova normativa, ora occorre promuovere un cambiamento culturale, attraverso un'adeguata formazione della classe medica e campagne informative per la popolazione.
«Alcuni mesi fa, in collaborazione con la Commissione Ministeriale terapia del dolore e cure palliative, abbiamo condotto un'indagine su oltre 1.600 pazienti di tutta Italia - ha dichiarato Marta Gentili, presidente dell'Associazione Vivere senza dolore -. Ne è emerso un notevole divario tra Nord, Centro, Sud e Isole, per quanto riguarda la presenza di centri specialistici e per il livello di sensibilizzazione dei clinici e dei malati». Il 26 per cento dei pazienti ha atteso oltre 3 mesi dalla comparsa del dolore, prima di recarsi dal medico; spesso, inoltre, chi soffriva era disorientato e non sapeva a quali strutture rivolgersi, specie se viveva al Meridione o alle Isole.
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