Pavia, quel duello per i begli occhi della femminista Anna Kuliscioff

Nel 1886 si affrontarono due studenti universitari. Padrino di uno di loro era Filippo Turati, futuro compagno della rivoluzionaria

In Il Nobel dimenticato (Bollati Boringhieri, pagg. 660, euro 40), il bel saggio che Paolo Mazzarello dedica a Camillo Golgi, c’è un capitolo che ricostruisce un episodio ancor più dimenticato: il duello con la sciabola che Anna Kuliscioff causò tra due studenti. La rivoluzionaria russa era nata nel 1857 in Crimea, da una famiglia di ricchi ebrei, e al tempo del duello, nel 1886, aveva 29 anni e si trovava all’università di Pavia per condurre le ricerche necessarie alla tesi di laurea nel laboratorio di Golgi. Argomento: la febbre puerperale, perfettamente in linea con le idee femministe.
Golgi, di simpatie di sinistra, aveva accettato la turbolenta ricercatrice ma il rettore, Alfonso Corradi, e altri docenti erano irritati dal trasferimento della Kuliscioff da Napoli a Pavia e preoccupati dal possibile contagio politico, anche se la prefettura rassicurava l’ateneo dicendo che la studentessa non appariva più «pericolosa» e aveva promesso alle autorità di «vivere senz’altro scopo che quello di completare gli studi». Prevalse la posizione del rettore e la domanda di trasferimento fu rimandata al ministero in attesa di chiarimenti per via del corso di studi piuttosto atipico.
In difesa della Kuliscioff si lanciò lo studente Monti, che pare fosse «intimo», per usare un’espressione da informativa poliziesca, con un articolo di fuoco in cui attaccava il rettore («l’uomo da cento raggiri») e alcuni professori, facendo nomi e cognomi, come «cariatidi», «misoneisti», «sostenitori dell’arbitrio e dell’oscurantismo» e non risparmiava alcuni «giovani inetti». Benché l’articolo non fosse firmato, pochi dubbi persistevano sull’autore. Sicché quando lo studente Camillo Broglio si rivolse al Monti chiedendogli se era stato lui a scriverlo, in realtà voleva solo attaccare briga. L’affronto si risolse con un duello, prassi diffusa negli atenei dell’epoca.
Alle sei di pomeriggio di domenica 11 aprile, Monti e Broglio si scontrarono alla presenza dei padrini. Il primo ebbe la peggio riportando ferite al braccio e al volto, il secondo solo scalfitture. Fatto non trascurabile, il padrino del Monti era Filippo Turati che sarebbe diventato compagno della Kuliscioff. Il Monti fu sospeso dal collegio Ghislieri per un anno e le sue votazioni subirono un severo ribasso. Il rettore, nonostante le rassicurazioni del ministero, governato da Michele Coppino, di simpatie di sinistra, continuò a considerare insufficiente il curriculum prodotto dalla Kuliscioff.

La studentessa russa si stufò e tornò a Napoli lasciando una scia di tumulti e passioni politiche e non solo.
Golgi le pubblicò i risultati delle ricerche e la moglie, signora Lina Golgi, contribuì con dieci lire per la bandiera del Circolo socialista.

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