«M4 è finita. Anzi no». Orietta Colacicco, «pasionaria» della M4, ha fondato il primo comitato di quartiere Foppa-Dezza-Solari, ha riunito via via in un unico coordinamento quelli che sono spuntati lungo l'intero percorso della «blu» da Linate a San Cristoforo e non tira un sospiro di sollievo neanche oggi che (finalmente) viene aperta l'intera linea. «Sono tuttora aperti numerosi cantieri - sottolinea -, nell'ultima Commissione Mobilità avevo capito dall'assessore Arianna Censi quelli della tratta centrale, ma ormai aspettando M4 sono diventata vecchia e avrò capito male» ironizza. Si è avventurata - come sempre - in una perlustrazione delle nuove stazioni e «ad oggi», segnala, tra le incompiute in superficie «posso contare De Amicis, San Vittore, Coni Zugna Parco Solari, California Via Foppa, Tolstoj, addirittura il manufatto Ronchetto. Dicono che i cantieri saranno pronti e chiusi a fine anno. A guardare gli esterni delle stazioni San Vittore Carducci o De Amicis viene qualche dubbio». Ricorda che l'apertura arriva già in ritardo «di almeno due anni e mezzo, come risulta ancora dai cartelli gialli sopravvissuti lungo il percorso» dove è ancora indicata la data 26 novembre 2022, ma «è molto peggio di così visto che il tratto tra Linate e Forlanini avrebbe aprire addirittura per Expo 2015». Dell'intero progetto se ne parla dal 1997, era sindaco Albertini, «quasi trent'anni per costruire una metropolitana non é male» considera la portavoce dei comitati. Che non hanno fatto sconti e si sono battuti come leoni in questi anni per correggere dove possibile un progetto che ha tenuto isolari e in «ostaggio» delle cesate interi quartieri per anni, ha costretto inquilini a «rumori, vibrazioni, crepe in casa» e ha segnato la fine di tante attività commerciali. «La storia della M4 - rivendica Colacicco - è un esempio della forza, dell'utilità e della capacità di organizzazione della società civile». A settembre 2013 quando i residenti «si accorsero che intorno al parco Solari alcuni tecnici prendevano misure per quella che sarebbe stata una stazione della M4, ci fu subito passaparola e dopo un'affollata riunione al parco, nei primi mesi del 2014 era già costituito il Comitato Foppa Dezza Solari». Persone «unite dalla volontà di rendere meno alto l'impatto delle opere». Il passaggio di camion ogni dieci minuti, «un totale disastro per il traffico e la salute», convinse il Comune ad adottare la proposta, avanzata grazie ad un ingegnere ingaggiato dai comitati, di trasportare la terra con nastri trasportatori nel sottosuolo. Risultato? Per scavare i tunnel sono state usate sei talpe meccaniche al lavoro h24. Per portare via il materiale di scavo dal centro alla periferia è stato attivato un sistema complesso di nastri e si stima che abbiano evitato circa 75mila viaggi di camion». Il compito dei comitati, avverte Colacicco «non è finito, dovremo monitorare molte cose, a partire dagli allagamenti in Dateo e dal nuovo pavimento delle sistemazioni superficiali, già macchiato, scheggiato, o staccato, è necessario andare avanti». Ma (almeno) per oggi, è festa.
Anche il consigliere FdI Enrico Marcora è «perplesso e irritato» per l'ianugurazione «con le sistemazioni esterne di via de Amicis e Sant'Ambrogio in alto mare e le piogge che hanno causato allagamenti lungo via de Amicis, aree ancora in cantiere in piazza Vetra, via Santa Croce, Vettabbia».
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