Roma - "Non c’era bisogno di essere né cattivi né comunisti - dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato - per capire che la legge sul legittimo impedimento sarebbe stata, come sembra emergere dalla lettura delle prime agenzie sulla sentenza della Consulta, sostanzialmente bocciata. La Consulta ha infatti bocciato l’automatismo disposto dalla legge e la certificazione di Palazzo Chigi e ha rimesso ai giudici la valutazione relativa al rinvio dell’udienza per contemperare le esigenze della giurisdizione con quelle dell’esercizio del diritto di difesa e della tutela della funzione di governo. Mi sembra chiaro che a saltare è l’impianto complessivo della legge. Cosa succederà sul piano politico ora? - si chiede la Finocchiaro - Non so, certo mi aspetto dal premier e dai suoi consiglieri qualche reazione sopra le righe".
Bocciato l'impianto della legge "Le anticipazioni sulle motivazioni della Corte smontano sostanzialmente l'impianto della legge e confermano che non c'era alcun bisogno di un intervento legislativo sul legittimo impedimento. Il parlamento è stato quindi impegnato inutilmente per troppi mesi". Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta a caldo la decisione della Corte costituzionale.
Di Pietro: ora parola al referendum "L’Idv - dice Antonio Di Pietro - ritiene che con il referendum i cittadini diranno "in modo forte e chiaro che anche Berlusconi deve andare dal giudice quando viene chiamato e non si deve inventare una scusa ogni volta".
Bersani: rispetto per la Consulta "Faccio un ammonimento a Berlusconi - ha detto il segretario del Pd -. Non può pensare che il Paese giri attorno ai problemi suoi, perché l’Italia ne ha già tanti". E a commento della sentenza della Corte ha detto: "La sentenza va rispettata, le critiche sono inaccettabili".
Casson critica i "consigliori" "Nella sostanza - commenta il senatore del Pd Felice Casson - la Corte costituzionale ha bocciato completamente la linea del governo e dei consigliori del premier. In particolare il ministro Alfano continua a fornire interpretazioni della Costituzione italiana ripetutamente rigettate dalla Corte".
Granata: no ritornello contro i giudici "Tutte le sentenze si rispettano - esordisce Fabio Granata, deputato di Futuro e libertà -. A maggior ragione quelle della Consulta: questa è la nostra cultura politica e giuridica. Per questo accogliamo con serenità la decisione della Consulta e auspichiamo che adesso non inizi il solito ritornello contro la magistratura".
Bocchino: decisione va rispettata La decisione sul legittimo impedimento? Le decisioni della Consulta "vanno semplicemente rispettate". È la risposta del capogruppo dei deputati di Fli, Italo Bocchino, che aggiunge: il presidente del Consiglio "ha detto che non ha nulla da temere, che qualsiasi decisione non avrebbe inciso sulla vita della legislatura e sull’attività di Governo. Prendiamo per vere le sue parole e quindi nulla cambia".
Consolo: sentenza non è coraggiosa "Prendo atto della sentenza - commenta Giuseppe Consolo, deputato di Futuro e Libertà - che comunque rispetto. Non mi sembra però una decisione che brilli per coraggio interpretativo, perché, da quanto si apprende viene lasciato al solo magistrato il compito di valutare di volta in volta in merito al rinvio dell’udienza".
Il popolo viola brinda I rappresentanti del popolo viola presenti davanti al palazzo della Consulta a Roma hanno stappato una bottiglia di spumante dopo aver appreso della parziale bocciatura del cosiddetto legittimo impedimento da parte della corte costituzionale. "Stappiamo il tappo dalla bottiglia - ha detto il portavoce del popolo viola, Gianfranco Mascia - nella speranza di togliere il tappo dall’Italia, il tappo di Berlusconi. Questa sentenza parziale - ha detto ancora Mascia - è per noi un fatto positivo e importante. Ci fa capire che la legge deve essere uguale per tutti e Berlusconi deve essere giudicato come un normale cittadino".
Casini: grazie a noi la legge sarebbe passata "Ricordo a tutti - ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini - che l’onorevole Vietti e l’Udc proposero emendamenti alla legge, ma purtroppo non sono stati ascoltati. La maggioranza, bocciando, le nostre proposte su punti specifici, ha costretto la Corte a intervenire per eliminare le forzature dal testo".
Se fossero stati approvati i nostri emendamenti anche soppressivi la legge sarebbe stata approvata - ha detto ancora il leader centrista -. Quando si esagera le conseguenze sono prevedibili e mi auguro che questo valga di lezione per il futuro".
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