Penati, indagato anche un manager di Intesa "Era presente agli incontri con il gruppo Gavio"

Maurizio Pagani, responsabile del settore infrastrutture e finanza di Banca Intesa è accusato di concorso in corruzione nel capitolo dell’inchiesta sull’acquisto da parte della Provincia di Milano delle quote dell’autostrada Milano-Serravalle. Ma l'istituto sarebbe coinvolto anche per le tangenti Falck

Penati, indagato anche un manager di Intesa 
"Era presente agli incontri con il gruppo Gavio"

Monza - Un altro indagato nell'inchiesta sulle aree ex Falck. A finire nel mirino degli inquirenti è ora anche un manager di Banca Intesa, Maurizio Pagani, responsabile del settore infrastrutture e finanza, accusato di concorso in corruzione nel capitolo dell’inchiesta sull’acquisto da parte della Provincia di Milano delle quote dell’autostrada Milano-Serravalle.

"Pagani era presente agli incontri con il gruppo Gavio" Verso metà agosto i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano, su ordine dei pm Walter Mapelli e Franca Macchia, hanno perquisito l’abitazione e gli uffici del manager. Di Pagani parla l’imprenditore Piero Di Caterina in un interrogatorio del 30 giugno 2010. Come spiega il gip di Monza Anna Magelli nella sua ordinanza, Di Caterina parla di una "tangente pagata per la vendita della Milano-Serravalle". Secondo Di Caterina si sarebbero svolte delle "trattative" in relazione "all’acquisto della Milano-Serravalle da parte della Provincia di Milano" e ci sarebbero stati "alcuni incontri presso lo studio" di un commercialista milanese al quale avrebbero partecipato Giordano Vimercati, l’ex braccio destro di Filippo Penati che all’epoca guidava la Provincia, Bruno Binasco, manager del Gruppo Gavio "e un rappresentante di Banca Intesa, tale Pagani". In quegli incontri, sempre stando al verbale di Di Caterina, "si è anche parlato di un sovrapprezzo da pagare a favore di Penati e Vimercati".

Coinvolto anche nelle tangenti Falck Inoltre, nelle carte dell’inchiesta il ruolo di Banca Intesa emergerebbe anche in relazione alla tangente da 4 miliardi di lire pagata dall’imprenditore

Giuseppe Pasini a Penati per entrare nell’affare dell’area Falck. Infatti, come scrive il gip, i funzionari dell’istituto di credito avrebbero individuato "le modalità di trasferimento" in Lussemburgo della "provvista". 

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