Negli ultimi decenni, il sistema previdenziale italiano è stato al centro di una crescente attenzione, spinto dall'invecchiamento della popolazione e dalla riduzione della sostenibilità del sistema pubblico a ripartizione. In questo contesto, la previdenza integrativa si afferma come uno strumento fondamentale per garantire un tenore di vita adeguato in età pensionabile.
L'adozione di tecnologie avanzate, come l'Intelligenza Artificiale (IA), sta inoltre ridefinendo le modalità di gestione dei fondi pensione, aumentando l'efficienza e personalizzando i servizi.
Il sistema pensionistico pubblico italiano, basato principalmente sul metodo retributivo fino agli anni '90, è stato riformato in favore di un modello contributivo. Questo cambiamento ha comportato una significativa riduzione delle rendite future, con una pensione pubblica che si attesta attorno al 60-65% dell'ultimo reddito percepito. Secondo il Centro Studi Itinerari Previdenziali, per i giovani lavoratori di oggi questo valore potrebbe scendere al 50%, rendendo la previdenza integrativa non più una scelta, ma una necessità per mantenere uno stile di vita dignitoso.
In Italia, solo il 33,6% dei lavoratori, si legge nell'ultimo Rapporto Covip, aderisce a una forma di previdenza complementare, contro una media europea del 50%. Il dato è particolarmente basso tra i lavoratori autonomi, con una partecipazione del 17%, e tra i giovani sotto i 35 anni, dove l'adesione scende al 20%. Questo rappresenta un problema fondamentale, considerando che i giovani saranno i più colpiti dalla riduzione della copertura del sistema pubblico. In particolare, i fondi pensione negoziali contano circa 3,6 milioni di iscritti, mentre i fondi aperti e i Pip (Piani Individuali Pensionistici) si attestano rispettivamente a 1,7 e 3,4 milioni di aderenti. Il patrimonio complessivo dei fondi pensione italiani ha raggiunto i 206 miliardi di euro, pari al 10,5% del Pil nazionale. L'adesione a fondi pensione o Pip offre vantaggi fiscali significativi: deduzioni fino a 5.164,57 euro annui e una tassazione agevolata sulle rendite. Tuttavia, nonostante questi incentivi, l'alfabetizzazione previdenziale rimane una sfida: il 47% degli italiani dichiara di non conoscere le opportunità offerte dalla previdenza integrativa.
L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il settore previdenziale in Italia, rendendo più accessibili e personalizzati i servizi offerti. Tra le principali applicazioni dell'IA la più significativa è rappresentata dall'ottimizzazione degli investimenti. Algoritmi avanzati analizzano enormi quantità di dati per individuare opportunità di investimento a basso rischio e rendimento stabile, riducendo i costi di gestione. In questo modo si migliorano le performance a beneficio degli iscritti. Non bisogna, inoltre, dimenticare come le nuove tecnologie consentano una personalizzazione dei piani previdenziali. Attraverso analisi predittive, l'IA è in grado di creare profili di risparmio su misura, adattando i contributi e le strategie di investimento alle esigenze specifiche degli aderenti. Questi nuovi strumenti aiutano i risparmiatori a ottenere un piano pensionistico più in linea con le loro esigenze. Infine, l'intelligenza artificiale è in grado di far compiere un salto di qualità all'educazione finanziaria dei cittadini italiani. Chatbot e assistenti virtuali semplificano la comprensione delle opzioni previdenziali, rispondendo in tempo reale alle domande dei risparmiatori. Secondo Assofondipensione, l'utilizzo dell'IA ha già portato a una riduzione del 15% dei costi operativi nei principali fondi pensione italiani e si prevede un'ulteriore crescita nei prossimi anni.
Restano da affrontare, come detto, alcune criticità, a partire dalla bassa adesione dei giovani. La fascia di età sotto i 35 anni rappresenta solo il 20% degli iscritti alla previdenza complementare, nonostante sia quella che ne beneficerebbe maggiormente. Tra i lavoratori autonomi l'adesione si ferma al 17%. L'assenza di un reddito stabile e la mancanza di fiducia nelle istituzioni finanziarie sono tra le cause principali di questa resistenza. Un'altra issue è rappresentata dalla scarsa alfabetizzazione finanziaria degli italiani che spesso rende loro difficile leggere in maniera chiara rendimenti, costi e vantaggi fiscali, scoraggiando l'adesione. Un maggiore sforzo comunicativo e l'uso di strumenti digitali potrebbero colmare il gap informativo.
La previdenza integrativa, inoltre, rende più sostenibile il sistema pensionistico considerato che in base alle stime di Istat e Inps, il rapporto tra lavoratori e pensionati passerà dall'attuale 1,4 a 1,3 nel 2029 per poi arrivare nel 2050 a uno a uno. Secondo il Centro Studi Itinerari Previdenziali, se le attuali tendenze continuassero, il patrimonio complessivo della previdenza complementare potrebbe raddoppiare entro il 2035, arrivando a rappresentare oltre il 20% del Pil. Questo sarà possibile solo se verranno adottate misure incisive per incentivare l'adesione e migliorare la fiducia dei risparmiatori.
La previdenza integrativa rappresenta, pertanto, una risorsa indispensabile per garantire una pensione dignitosa in un contesto di progressiva riduzione delle rendite pubbliche. Le sfide attuali, dalla bassa adesione dei giovani alla necessità di digitalizzazione, richiedono un impegno congiunto tra istituzioni, fondi pensione e cittadini.
L'integrazione dell'IA e una maggiore alfabetizzazione previdenziale rappresentano due leve fondamentali per
rendere il sistema più inclusivo ed efficiente. Investire nella previdenza oggi significa assicurare stabilità economica e tranquillità domani: un messaggio che deve arrivare con forza soprattutto alle nuove generazioni.
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