Dall'alto della sua lunga esperienza di conflitto Mediorientale, Fedez ha effettuato la sua personalissima analisi sui social mediante una storia Instagram, ergendosi a pensatore illuminato per indicare quale sia la parte corretta da sostenere, senza appello o discussione. "Qui non si tratta neppure più di dichiarare da che parte si sta. Perché c'è una sola parte dove si può stare: ed è dalla parte dei bambini e dei civili, tutti innocenti, che a Gaza hanno perso o stanno perdendo la vita", dice il rapper. Il riferimento è probabilmente all'ultima azione di massa intrapresa da Israele allo scopo di estirpare Hamas. Ma è evidente come quella di Fedez sia un'affermazione per lo più populista, come quelle solitamente effettuate dal marito di Chiara Ferragni, che avendo percepito da che parte tira il vento social, ha deciso di cavalcarlo per il solito opportunismo mediatico.
E non è sicuramente un caso che l'intervento di Fedez, che finora è rimasto in silenzio nonostante siano passati oltre 20 giorni da quel 7 ottobre che ha segnato l'inizio di tutto, arrivi a poche ore dalla sua partecipazione a Che tempo che fa. Il rapper dice che "c'è solo una parte dove si può stare", dando quindi un'indicazione precisa ed esatta del pensiero che tutti dovrebbero avere in una questione annosa come quella israelo-palestinese. Manca, nella sua analisi, l'elemento scatenante di quanto sta accadendo a Gaza: proprio l'attacco del 7 ottobre in cui i terroristi di Hamas hanno fatto irruzione in Israele uccidendo e rapendo barbaramente anche bambini. Ma di quei bambini non c'è traccia nel messaggio di Fedez. Forse non si può stare dalla loro parte.
Continuando nel suo messaggio, sempre in riferimento alla popolazione palestinese, Fedez scrive: "Se non muoiono sotto le bombe, muoiono per mancanza di acqua, cibo ed elettricità. Vi prego, restiamo umani, come diceva Vittorio Arrigoni". Al di là della citazione dell'attivista con la kefiah, manca ancora un altro pezzo alla lettura di Fedez a senso unico. Ossia l'utilizzo di Hamas dei civili palestinesi come scudi umani contro gli attacchi di Israele.
La risposta dello Stato ebraico agli attacchi del 7 ottobre è innegabilmente brutale ma l'utilizzo dei bambini, sia palestinesi che israeliani presi in ostaggio, come deterrente per gli attacchi di Israele contro Hamas, che vuole eliminarne l'esistenza, come si può definire? Di perdite civili, purtroppo, se ne stanno registrando troppe, come avviene a seguito di ogni guerra. Ma leggere che "c'è una sola parte dove si può stare", e che a dirlo sia un rapper che si muove sull'onda dei social, è svilente per l'intera questione mediorientale.
Non è certo con una banalizzazione come questa che si può risolvere una guerra, tanto meno con posizioni così nette, in un senso o nell'altro, si salvano i civili, di qualunque Paese siano. Al massimo si possono prendere follower.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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