Il suo nome è Mattia Caruso ma sui social è conosciuto come MattCarus ed è il l’influencer che si oppone al politicamente corretto (da lui ribattezzato il politicamente corrotto). Online e nella vita reale non si tira mai indietro se c’è da discutere o dibattere. In un mondo come quello dei social dove pur di ottenere visualizzazioni e follower il pensiero unico e la cultura woke sono il pane quotidiano, abbiamo deciso di capire come e perché un ragazzo debba esporsi e andare controcorrente.
Mattia, su Instragram conti 64mila seguaci e quasi 350mila su TikTok, però non so definire esattamente quello che fai; sei un divulgatore? Un influencer, un agitatore politico, un content creator… chi è davvero MattCarus?
Anch’io dopo due anni faccio fatica ad inquadrami e in realtà mi piace rimanere libero in una società che cerca di etichettarci. Sono probabilmente un divulgatore e un opinionista ma a tutti gli effetti mi sento un provocatore. Il mio obiettivo è sempre stato quello di smuovere gli animi e lo scopo dei miei video è sempre mandare un messaggio e agitare le acque torbide della narrazione unica che non lascia spazio all’alterità. Faccio un esempio, quando è uscita la notizia di un nuovo film su Biancaneve dove l’attrice che l’avrebbe interpretata era di colore e senza i sette nani ho visto grande giubilo da parte del pensiero unico. Allora mi sono sentito in dovere di dire qualcosa, di ribadire che Biancaneve era quella che conosciamo dai cartoni animati, caucasica e con i sette nani; Un'idea che può sembrare banale ma non lo è infatti poi il video ha raccolto più di 300 mila visualizzazioni.
Ma come nasce l’idea di avversare il politicamente corretto? Di esporsi pubblicamente?
Il tutto nasce dalla quotidianità, io già con i miei amici rompevo le scatole e non lasciavo scampo. Tuttavia, mi sentivo sempre la pecora nera e cercavo una voce che potesse essermi affine. Finché un giorno ho pensato “perché non posso essere io quella voce?”, volevo trovare un personaggio indipendente che non fosse un giornalista o un politico e che parlasse ai giovani. Alla fine ho deciso di prendermi io quella responsabilità.
Quando uno inizia però non sa se le cose andranno bene, se potrà essere lui quella voce, c’è stato un momento di svolta in cui hai capito che potevi davvero farcela e diventare una voce ascoltata sui social?
Ho iniziato da tik tok con obiettivi precisi: volevo pubblicare e raggiungere 4-5 mila visualizzazioni, succede invece che in una giornata il video raggiunge le 200mila visualizzazioni, numeri impressionanti che mi hanno fatto dire che avevo una potenza comunicativa che potevo sfruttare.
Tu provochi molto nei tuoi video e porti sempre un’opinione netta e decisa. Avrai dunque anche degli haters, persone che non la pensano come te e ti insultano, come ti confronti con loro? Ne hai mai incontrato uno?
Chi odia online per me è soltanto una persona che in realtà ti ama in modo smisurato, un super fan. Il suo amore è talmente paradossale che arriva all’insulto, chi non la pensa come te e ci tiene a fartelo sapere ti segue ogni giorno in ogni story, in ogni video e in ogni cosa che scrivi. Diventa più assiduo di un follower. Ho persone che non smettono di insultarmi tutti i giorni e questo vuol dire che cercano il mio profilo volontariamente, si informano su quello che faccio e formulano commenti e insulti. Io occupo il loro tempo e questa è una grandissima vittoria. Se arrivo a invadere la vita di una persona, che sia odio o amore, è una grande vittoria personale e fa anche piacere. Non mi fanno paura gli hater e se mi attaccano a livello personale sfodero la mia corazza emotiva e vado avanti. Il punto è avere fiducia in sé stessi.
Ma dall’insulto online è mai passato alla vita privata?
Nella mia esperienza poco, la gente quando poi deve confrontarsi verbalmente senza uno schermo davanti diventa titubante. Ti racconto un episodio, ero a Bologna e stavo prendendo un caffè con amici quando passa una ragazza in bicicletta e mi urla “sei uno str***o” e scappa via. Una scena quasi patetica. Se lo pensi davvero scendi dalla bici e affrontami sui contenuti. Io adoro fermarmi e parlare e condividere idee.
Quindi si può dire che non sei tu che influenzi le persone ma è la platea di persone che si riconosce o meno in quello che dici. Di fatto non sei l’onda ma solo il surfista…
La questione è biunivoca nel senso che mi capita spesso di essere io a mandare un messaggio positivo e influenzare le persone, il messaggio che ricevo di più è “grazie per quel video” oppure “grazie per quel pensiero”. Io non sono un politico e non sono un giornalista ma sono la voce della gente comune che non si sente rappresentata nel politicamente corretto.
Devo fare l’avvocato del diavolo, il modo del comunicare online è provocatorio e polarizzante e questo non fa che aumentare le bolle e non favorisce il dialogo. Non ti senti in colpa per favorire e mutuare tutto questo?
Assolutamente no. La comunicazione polarizzata esiste da sempre e i social hanno solo esacerbato questa tendenza. Io credo che portare un ragionamento articolato sui social sia molto difficile, io comunico a tante persone e quindi abbasso il livello introducendo della polarità. La sfida sta nell’agganciare le persone e poi in un secondo momento introdurre ragionamento contenuto. Parto con una frase shock e poi spiego e approfondisco. Non mi sento parte di questo processo lo sto solo sfruttando al meglio.
Domanda per chi vorrebbe iniziare a fare comunicazione sui social, per chi vuole portare un contenuto, che consigli senti di dare?
Innanzitutto, non bisogna avere paura del giudizio altrui, qualsiasi video o contenuto farai sarà per sempre vivisezionato e commentato. Quindi prendere e iniziare senza procrastinare perché è forse quello il più grande nemico. Iniziare con le proprie imperfezioni e imparare da quelle ascoltando chi ci sta intorno. Quindi iniziare senza aspettare e senza paura del giudizio altrui
È vero che hai perso l’account da TikTok da 350 mila follower? Com’è possibile?
Onestamente non lo so, è vero che sono pungente e preciso e puntuale nello smontare le teorie politically correct ma non sono mai arrivato all’insulto o a violare le linee guida.
Una mattina ho trovato l’account bloccato e attualmente non ho ancora una spiegazione. Non credo che mi fermerò per questo, segnalazioni e difficoltà non mi spaventano. Continuerò ad essere la voce di chi non si sente rappresentato dal mainstream e dal “politicamente corrotto”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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