"I napoletani hanno voluto bene agli albanesi". Risate e freddure con Xhuliano Dule

Xhuliano Dule spopola a Londra con le sue battute. Fa parte della pattuglia di Becomedy UK (quattrocentomila follower su Instagram), fondata da Marco Pinto

Marco Di Pinto, Emilio Pappagallo e Xhuliano Dule
Marco Di Pinto, Emilio Pappagallo e Xhuliano Dule
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«Le uniche persone contente dell’arrivo degli albanesi negli anni Novanta erano i napoletani. “Grazie uaglio’, tocca te il razzismo ua’!”. I napoletani hanno voluto bene agli albanesi nello stesso modo in cui noi albanesi abbiamo voluto bene ai neri: “Grazie fratelli, ci avete salvato, ora tocca a voi il razzismo, vaffanc…». È uno dei tanti strepitosi pezzi di Xhuliano Dule, giovane stand-up comedian con cittadinanza italiana, che sta iniziando a farsi conoscere anche a Londra. In realtà Xhuliano si pronuncia Giuliano, mentre il cognome originario era Duce, che la famiglia dopo la Seconda Guerra Mondiale ha preferito cambiare il Dule.

Xhuliano è nella pattuglia di Marco Di Pinto, uno che si trasferì a Londra per giocare a calcetto e invece ha fondato l’account Becomedy UK (quattrocentomila follower su Instagram, vi consiglio di seguirlo) con l’intento di divulgare la stand-up comedy in Italia, semplicemente proponendo spezzoni di spettacoli dei grandi stand up comedian anglosassoni, da George Carlin a Louis CK, da Bill Hicks a Ricky Gervais, e tutti gli stand up famosissimi a livello internazionale ma che in Italia sono arrivati solo su Netflix, e il grande pubblico ancora ignora. Aggiungendo accuratissimi sottotitoli, con il contributo di Elena Fusaroli, traduttrice e sottotitolista e amante della stand-up.

A proposito, è appena uscito in libreria il volume di Marco Di Pinto e Tiziano La Bella "Alla scoperta della Stand-up comedy", pubblicato da quella spericolata pattuglia editoriale di Neo Edizioni, che racconta la storia di questo genere comico, e anche un manuale per chi vuole diventare uno stand-up comedian (sebbene non credo ci si diventi, è come essere scrittori, le scuole di scrittura creativa servono solo a chi resterà aspirante scrittore a vita, che pubblichi o meno) con molte informazioni utili per comprendere questa esilarante arte. Un libro da non perdere sia per chi ne sa molto sia per chi non ne sa niente e vuole saperne qualcosa.

Inoltre, Marco Di Pinto sta portando italiani di talento nel Regno Unito, e organizza al contempo spettacoli in tutta Italia con la sua squadra che si allarga sempre di più (tra cui il già affermato Tiziano La Bella, che trovate anche su Amazon Prime). Ma cosa distingue la stand-up comedian da un comico che fa spettacoli a teatro? La totale scorrettezza delle battute, l’irriverenza a trecentosessanta gradi, lo spostare sempre di più il limite del dicibile perché non esiste un limite alla comicità: si possono fare battute su malati, neri, omosessuali, trans, vegani, ebrei, l’Olocausto, e chi più ne ha più trovi una battuta, e tutto ciò che è politicamente scorretto. Ma, attenzione, anche su ciò che io definisco “tradizionalmente corretto”, e sarebbe il politicamente corretto di destra, e dunque religioni, tradizioni, credenze di ogni tipo.

Tornando a Xhuliano (il quale ha completato il tour italiano di Dark insieme a La Bella, organizzato da Becomedy e con avvertenza di Di Pinto: «Se vi offendete facilmente e non vi piace il black humor vi consigliamo vivamente di NON VENIRE a questo spettacolo»), a Roma è stato ospite a Radio Rock da Emilio Pappagallo (tanto geniale che faceva battute sulle sue battute), mentre l’altra sera è sbarcato anche a Propaganda Live. L’indomani l’ho invitato per un aperitivo a casa mia, dove come si sa sono agli auto-arresti domiciliari perché la mia misantropia ha superato il limite dell’uscire di casa, e per redimersi da Propaganda Live l’ho fatto inchinare davanti alla regina, alla gigantografia di Freddie Mercury con la corona. Voglio chiudere quindi proprio con un’altra battuta di Xhuliano: «Non so quale sia la vostra posizione sull’aborto, specialmente con questo governo, ma secondo me l’aborto non dovrebbe essere legale… dovrebbe essere obbligatorio… specialmente se il figlio è mio». Non confondete, mi raccomando, le battute con la realtà, insomma, non è come quando io dico a mia mamma: «Mamma, ma perché non mi hai abortito?», lì sono serio.

Non mi va di essere nato per diventare un grande scrittore ma essere solo un organismo multicellulare destinato alla fine in un universo senza senso, come chiunque. Quando si fanno figli bisogna mettere in conto che uno su cento milioni viene così.

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