Il profilo Instagram di Nadia Toffa è ancora online, pieno di foto e video. Ma il tempo si è fermato al 13 agosto 2019. A seguirla, nonostante non ci sia più da ormai cinque anni, ci sono ancora due milioni di persone. Eppure, l'ultimo post è sempre lo stesso, quello del giorno della sua scomparsa, due mesi dopo avere festeggiato il suo 40esimo compleanno. In quel post ci sono le ultime dolorose parole che la sua famiglia - la madre, le sorelle e i nipoti - le hanno rivolto per darle l'ultimo straziante saluto. La stima e l'affetto che si era conquistata lavorando in tv come inviata de Le Iene non è svanita con la sua morte perché lei era un esempio di forza, dedizione e coraggio. "Non ho paura della morte. E non vorrei mai sapere quando morirò, perché non saprei che fare. Io voglio vivere la mia vita normale, senza cambiare una virgola", diceva nove mesi prima di andarsene, consapevole che la sua battaglia contro il cancro poteva concludersi con una sconfitta.
Nadia Toffa, le inchieste e Le Iene
Nadia Toffa era destinata alla televisione. "Da bambina avevo una telecamerina e facevo i documentari delle nostre vacanze in soggettiva, ero praticamente Pif", aveva raccontato lei a Vanity Fair nel 2018. L'esordio in tv a 23 anni su Telesanterno poi, dopo quattro anni il passaggio a ReteBrescia, fino all'approdo su Italia1 nella squadra di Davide Parenti a Le Iene come inviata. Da "iena" Nadia si mise subito in mostra per le sue doti di giornalista d'inchiesta, realizzando servizi di rilevanza pubblica come quelli sulla ludopatia (tema sul quale scrisse anche il libro "Quando il gioco si fa duro"), sullo smaltimento illegale dei rifiuti in Campania per mano della Camorra, sulla terra dei fuochi, sull'inquinamento a Taranto e sui numerosi casi di tumore nel "triangolo della morte" tra Napoli e Caserta. Reportage che le valsero due premi prestigiosi (il Premio Internazionale Ischia di Giornalismo e il Premio Luchetta) e la stima di pubblico e colleghi.
Il tumore cerebrale e la sua battaglia
È proprio durante le riprese di un servizio per Le Iene, che Nadia scoprì di avere un tumore cerebrale. La Toffa era a Trieste per realizzare un reportage sulla ferriera di Servola quando svenne nella hall dell'albergo dove alloggiava con la troupe. La giornalista venne trasportata d'urgenza nell'ospedale triestino, dove rimase ricoverata nel reparto di rianimazione per diversi giorni. Da quel momento di lei non si ebbero più notizie. L'11 febbraio 2018 Nadia Toffa tornò alla conduzione de Le Iene con Nicola Savino e Matteo Viviani e aprì la puntata con il racconto della sua storia: "Ho avuto un cancro. In questi mesi mi sono curata: prima ho fatto l'intervento, poi la chemioterapia e la radioterapia. L'intervento ha tolto interamente il tumore, ma poteva esserci una piccola cellula rimasta e quindi ho seguito i consigli del medico e ho seguito le cure previste. Ora è tutto finito. Ora sto benissimo". Un mese dopo, però, Nadia si sottopose a un nuovo intervento chirurgico per una recidiva e a ottobre, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, rivelò che la sua battaglia non era ancora vinta. Nove mesi dopo quell'intervista, a seguito del progressivo aggravarsi delle sue condizioni, Nadia si spense presso la Casa di cura Domus Salutis di Brescia per un glioblastoma maligno.
Il libro postumo e la canzone inedita
Nadia Toffa sapeva che la morte era vicina così nei mesi antecedenti al suo decesso, lavorò a tre progetti che videro la luce postumi proprio per volontà della giornalista. Il primo fu un video inedito di venti minuti pensato e voluto da Nadia per salutare per l'ultima volta i suoi colleghi e il pubblico de Le Iene. Il servizio andò in onda un mese e mezzo dopo la sua scomparsa, il 30 settembre, in occasione dell'inizio della nuova stagione del programma di Italia1 e commosse profondamente i telespettatori. Il secondo lascito di Nadia Toffa fu il libro "Non fate i bravi. La testimonianza che ci ha lasciato", uscito il 7 novembre 2019, un libro nel quale la giornalista mise nero su bianco i suoi pensieri negli ultimi mesi di vita, scritti tra gennaio e giugno 2019. Un testo di resilienza e coraggio che ancora oggi rappresenta la sua battaglia per la vita.
L'ultimo progetto pubblicato postumo - il 13 agosto 2020 nell'anniversario della morte - è stato il brano "Donna Altalena", canzone scritto e registrata pochi mesi prima di andarsene e dedicata a lei stessa e alla sua sconfinata voglia di vivere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.