Il Processo, la tv trash, il Moviolone. Quando Aldo Biscardi finì nello scandalo Calciopoli

L'8 ottobre 2017 al Policlinico Gemelli di Roma moriva Aldo Biscardi, l'uomo che ha rivoluzionato il modo di parlare di calcio in tv, inventando il Processo

Il Processo, la tv trash, il Moviolone. Quando Aldo Biscardi finì nello scandalo Calciopoli
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Sette anni fa se ne andava Aldo Biscardi. Conduttore, autore televisivo e giornalista, Biscardi ha fatto la storia del giornalismo sportivo televisivo con il suo Processo, tanto che la Treccani gli ha persino dedicato una pagina. La sua tv era considerata trash, eppure nei suoi programmi sono passati tutti, politici e sportivi, perché mister "Sgub" sapeva dare spazio a qualsiasi tipo di dibattito e discussione. "Qui al Processo del Lunedì le polemiche fioccano come nespole", diceva Aldo Biscardi e proprio quelle polemiche hanno fatto la fortuna, e la storia, del "calcio parlato" in televisione.

Il Processo di Biscardi

Sebbene fosse laureato in Giurisprudenza, Aldo Biscardi sapeva bene che il calcio e lo sport erano il suo mondo e il suo destino. Con l'ingresso in Rai, nel 1979, Biscardi si mise subito in mostra divenendo caporedattore e un anno dopo ideò di sana pianta un nuovo tipo di trasmissione - quella del calcio parlato - che ha fatto la storia del piccolo schermo. Era il 1980, quando su Rai 3, andò in onda la prima stagione del Processo del Lunedì, di cui lui fu inizialmente solo autore e poi anche conduttore. Il Processo del lunedì andò in onda in Rai fino al 1993 sotto la guida di Biscardi, poi nel luglio dello stesso anno il conduttore passò a TELE+ proponendo la stessa formula della sua nota trasmissione ma cambiandone il nome in Il processo di Biscardi. Alla Rai rimasero i diritti del format e il nome (Il Processo del lunedì), che proseguì con conduttori differenti. Il Processo, così come lo aveva inventato Aldo Biscardi, fu trasmesso da molte emittenti televisive (Telepiù, Telemontecarlo, La7, 7Gold e Sport1) diventando di fatto la trasmissione sportiva più longeva con ben trentasei edizioni. Un record che lo fece entrare addirittura nel Guinness dei primati.

La battaglia per la moviola

Aldo Biscardi non inventò solo un nuovo stile televisivo, fu anche il precursore della moviola in campo, portando il Moviolone in tv; una rivisitazione virtuale delle principali azioni di gioco e decisioni arbitrali della giornata calcistica con analisi e dibattito, che spesso finiva in rissa. La sua battaglia per la moviola in campo cominciò nel 1978 per un episodio legato ai nerazzurri. "Fu negato un rigore clamoroso all'Inter, il presidente Fraizzoli venne a difendere la squadra davanti alle telecamere e io iniziai una campagna che ora ha successo. Questa è una vittoria mia personale, del buonsenso e di tutto il calcio italiano. Senza il mio contributo non ce l'avremmo fatta", disse Aldo Biscardi il 2 ottobre 2016, quando per la prima volta la Var entrò in azione su due campi di Seria A. Un anno dopo Aldo Biscardi se ne andò senza vedere conclusa la sua battaglia.

Il caso Calciopoli

Lo scandalo Calciopoli, cominciato nel maggio 2006, si portò dietro anche Aldo Biscardi, che finì coinvolto a causa di alcune intercettazioni telefoniche con Luciano Moggi, l'allora direttore generale della Juventus e principale indagato. Nel contenuto delle telefonate Moggi istruiva Biscardi su cosa dire o non dire durante la diretta del suo Processo a proposito dei bianconeri e in una delle intercettazioni Moggi parlò addirittura di un orologio da 20mila euro, che gli avrebbe dato come omaggio per averlo assecondato. Penalmente Aldo Biscardi non fu toccato da Calciopoli, ma il coinvolgimento gli costò una sospensione dall'Ordine dei giornalisti. Una decisione che Biscardi mai accettò e che lo spinse a cancellarsi dall'Ordine.

"Continuerò a svolgere come sempre la mia attività di autore e conduttore televisivo, operando correttamente con scrupolo e senso di responsabilità, come ho sempre fatto", dichiarò nell'autunno del 2006, mettendo fine alla diatriba.

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