In prima linea sui social quando si tratta di criticare il «patriarcato tossico» e il «maschio bianco», le transfemministe non sono pervenute quando occorre fare un gesto concreto di vicinanza alle associazioni antiviolenza. Quanto avvenuto a «Più libri più liberi», la fiera del libro di Roma al centro delle polemiche per l'invito da parte della direzione al filosofo Leonardo Caffo, imputato per maltrattamenti alle ex compagna, ha dell'incredibile.
Dopo giorni di discussioni roventi sui social, comunicati, articoli, perfino striscioni con il motto «Sorella io ti credo», nel primo dei tre eventi organizzati in fiera sul tema della violenza contro le donne, ci si sarebbe aspettati una folla e la sala piena. Invece ad ascoltare giovedì sera i rappresentanti dei centri antiviolenza dell'Associazione Venere e di Promoit Est c'erano undici persone. Avete capito, nello stesso giorno in cui l'organizzazione di «Più libri più liberi» inviava un comunicato stampa parlando di «eccezionale affluenza, eventi al completo e stand degli editori gremiti», ad ascoltare i centri antiviolenza non c'era nessuno. In una sala con una capienza di circa cinquanta persone non si arrivava nemmeno a quindici partecipanti, un'immagine svilente anche nei confronti degli intervenuti. Non si trattava infatti di esponenti di movimenti radicali ma di due dottoresse, Maria Chiara Parmiggiani e Daniela Rocchi, che hanno espresso posizioni condivisibili e di buon senso. Allo stesso modo Maurizio Milazzo, autore del libro Il morso della farfalla che veniva presentato, nel suo intervento è stato lontano da posizioni ideologiche che talvolta si ascoltano quando viene affrontato questo tema.
È proprio Milazzo ad esprimere il suo dispiacere per la sala vuota: «Non c'erano neanche i rappresentanti delle istituzioni dei municipi di Roma che avevamo invitato». «La verità è che al di là delle parole c'è poca attenzione per questo tema» aggiunge l'autore.
Quello che poteva sembrare un caso sporadico si è ripetuto anche ieri all'evento «Sorelle sorelle» con gli interventi di Valeria Parrella, Linda Laura Sabbadini e Paola Tavella (che difendono Chiara Valerio dopo le polemiche di questi giorni) con solo quindici persone ad ascoltarle e una sala praticamente vuota nonostante l'evento fosse in un orario comodo come le 18.30.
Eppure, quando vengono organizzati eventi sul tema con toni strillati, in cui tutti gli uomini in quanto tali vengono messi sul banco degli imputati utilizzando in ogni occasione il termine patriarcato, la partecipazione è ampia.
Sorge allora il dubbio (e tutta la vicenda Caffo lo testimonia) che vi sia chi utilizza un tema serio come
la violenza contro le donne per finalità ideologiche o, peggio ancora, propagandistiche e, quando a parlare sono centri anti violenza, medici e persone che non hanno tornaconti politici, le femministe boicottano l'evento.
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