Piscine, via ai rincari (con agevolazioni)

L'incremento più forte per l'abbonamento annuale: passa da 454 euro a quasi 600

Piscine, via ai rincari (con agevolazioni)
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Scattati i rincari per gli impianti sportivi di Milanosport. Per fare un tuffo nelle piscine comunali, se si appartiene a quella tartassata e sventurata fascia di media borghesia milanese sempre in bilico tra quelli che hanno tanto né tanto poco (in questo caso quantificato in un Isee di 20mila euro per una tariffa ridotto, 8mila per la gratuità); se, insomma, ci si barcamena lì in mezzo, quello che viene fatto passare come un «piccolo contributo in più» (parole dell'assessore alla Sport del Comune Martina Riva), è una stangata (un'altra) che pesa nel bilancio familiare. L'esempio più corposo riguarda l'abbonamento annuale alle piscine coperte che passa da 454 a 598 euro per poter nuotare tutti i giorni. In pratica 144 euro in più in un anno e per una sola persona. Cifra che riduce sempre di più il gap delle tariffe di quello che sulla carta dovrebbe essere un servizio pubblico a quelle delle piscine private. Il ritocco era necessario, come ha sottolineato ieri in una nota il Comune comunicando l'aggiornamento delle tariffe approvato martedì dalla Giunta per garantire «la sostenibilità economica nel lungo periodo» da bilanciare, nelle intenzioni dichiarate, con una «maggiore equità nell'accesso agli impianti». Così i criteri introdotti sono collegati al reddito per tutelare le fasce meno abbienti. Sono state quindi ampliate le soglie dell'Isee per la gratuità (da 6.500 euro a 8mila) e quelle per le tariffe agevolate (da 18mila a 20mila euro). È stata estesa la tariffa famiglia: ora anche i bambini accompagnati da un solo genitore potranno usufruire delle agevolazioni e sono state introdotte formule di abbonamento, con opzioni bisettimanali, trisettimanali, mensili, trimestrali o semestrali. Ma l'ingresso singolo passa a 8 euro, che diventano 9 se si vuole frequentare le acque delle piscine più blasonate (a quanto pare) e cioè Bacone, Cozzi, Procida e Solari. Un euro in più ma che rende addirittura competitive le piscine private dove per fare una nuotata si paga più o meno la stessa cifra. Solo qualche mese fa a luglio scorso, Tommaso Goisis, esperto di politiche pubbliche, Antonio Longo e Alessandro Coppola, entrambi docenti di urbanistica al Politecnico, avevano passato in rassegna gli impianti pubblici cittadini e ci hanno costruito un corposo dossier dal titolo «Il fine o la fine dello sport e del tempo libero pubblico a Milano». La domanda che si erano posti era: la balneabilità nelle città va considerata un diritto pubblico e urbano? La risposta non era troppo incoraggiante. Ora verrebbe da porsi un'ulteriore domanda: la balneabilità, ma anche tutto il resto dello sport gestito al cento per cento tramite una partecipata dal Comune, dal tennis (pure rincarato) alle palestre, assolve la sua funzione sociale?

Il dubbio si proietta sull'estate che verrà.

L'offerta di piscine all'aperto e dei centri balneari dove poter annegare la calura è totalmente sproporzionate rispetto all'esigenza. Il vecchio Lido, la Scarioni e Argelati sono chiusi ormai da tempo. Resta la Romano, ma anche qui sono scattate le nuove tariffe: 9 euro nei giorni feriali e 10 per i giorni festivi.

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