Per le pmi è centrale assicurare tutto il capitale umano

Per le pmi è centrale assicurare  tutto il capitale umano

Le pmi italiane presentano un grado di sottoassicurazione ormai conclamato. E questo vale tanto per le coperture danni quanto per le polizze vita. Le stesse aziende - secondo una ricerca interna svolta dalla compagnia di assicurazioni Zurich - avvertono in maniera netta che una delle maggiori esposizioni al rischio è rappresentata dalla (mancata) tutela del personale. Paradossalmente, però, proprio questa è la categoria che presenta la maggiore scopertura assicurativa. Insomma: un bisogno molto sentito che poi non viene soddisfatto.
Secondo Marco Allievi, responsabile della struttura Corporate Life & Pension per Zurich Global Life in Italia «si tratta, in primis, di un problema di scarsa consapevolezza. Nonostante gli strumenti ci siano, c'è ancora molto da fare soprattutto sulla formazione alle reti per far capire alle pmi i grandi vantaggi che derivano dalle soluzioni assicurative Vita per le aziende. Nelle strutture aziendali che non hanno la figura del risk manager è proprio l'intermediario ad assumere il ruolo di consulente e a guidare le aziende nel controllo dei rischi ottimizzando i costi». Ma quali sono i rischi nei confronti dei quali le aziende dovrebbero prendere adeguate contromisure? «Ci sono diverse aree sulle quali concentrarsi. Prima di tutto la protezione». Secondo Allievi in Italia si sottovaluta l'importanza di coprirsi dai rischi di premorienza e questo dipende, sicuramente, da fattori culturali ma anche dalla scarsa consapevolezza della bassa tutela del welfare state nell'area assistenza. Eppure si tratta di un tema di grandissima rilevanza. «Stipulare un'assicurazione sulla vita per i propri dipendenti, garantendo ai superstiti una base importante per dare loro maggiori sicurezze economiche, significa offrire un benefit di grande valore, ad alto contenuto di fidelizzazione e a basso costo. E non bisogna dimenticare la necessità che le pmi hanno di assicurare i propri talenti e le professionalità specifiche difficilmente reperibili sul mercato, per garantire la business continuity», spiega il manager di Zurich. «Secondo rischio su cui le aziende dovrebbero assumere un ruolo fondamentale sensibilizzando i propri dipendenti - continua Allievi - è quello previdenziale. Il prolungamento dell'età pensionabile e il gap sempre più ampio tra lo stipendio e la sola pensione garantita dallo Stato a cui si avrà diritto, una volta raggiunta la quiescenza, rendono sempre più pressante la necessità di accedere a strumenti di previdenza integrativa». Ed è proprio qui che secondo il manager diventa fondamentale, da parte dell'azienda, conoscere gli strumenti previdenziali e le relative agevolazioni connesse ai fondi pensioni aperti per sensibilizzare gli stessi dipendenti e sfruttare le agevolazioni previste per la previdenza integrativa.
Basti pensare alla tassazione in capo alle prestazioni Tfr che parte da un minimo del 23% a salire, mentre per un fondo pensione, l'aliquota massima applicata ai contributi relativi al Tfr risulterebbe al massimo del 15% a diminuire in funzione dell'anzianità di permanenza al fondo stesso. «Un significativo risparmio in termini fiscali, che si può assicurare ai dipendenti semplicemente attraverso lo strumento di previdenza integrativa».

«E, sempre in tema di sfruttare al meglio i vantaggi fiscali - conclude Allievi - non posso non ricordare alle aziende che, per i propri amministratori, la scelta di destinare una parte del compenso come Trattamento di fine mandato consente di fare un accantonamento ad alto contenuto finanziario e basso impatto fiscale (investendo alla fonte e tassando ad aliquota media)».

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