Politica e ricordi: Almirante in bianco e nero

"La mia vita con Giorgio è stata una lunga storia d’amore, vissuta tra le pagine dei ricordi in bianco e nero della Prima Repubblica". Un libro di De Pascali ripercorre con gusto la vita dell'ex leader del Msi. Un viaggio segnato da una storia d'amore e dai freddi lungometraggi della politica

Politica e ricordi: Almirante in bianco e nero

Milano - Non è ancora in libreria, e già se ne parla. Forse perché Donna Assunta Almirante, la mia vita con Giorgio di Antonio De Pascali non è soltanto un intenso e avvincente racconto della vita politica e personale del leader del Movimento sociale italiano, ma un vero e proprio viaggio che, attraverso le cronache della Prima Repubblica, intesse i ricordi di Donna Assunta a gustosi aneddoti che hanno segnato la destra italiana. Il lavoro del giornalista de Il Borghese (da domani in libreria) ripercorre così una vita intensa e formidabile, "santificata" dai suoi e ammirata anche dagli avversari: "Giorgio Almirante è vivo e combatte insieme a noi".

Una vita tra ricordi e Storia "La mia vita con Giorgio Almirante è stata una lunga storia d’amore, vissuta tra le pagine dei ricordi in bianco e nero della Prima Repubblica". Inizia così il racconto di Raffaella Stramandinoli, al secolo donna Assunta Almirante, sua compagna dai primi anni Cinquanta sino alla morte, nel 1989. Una lunga storia d’amore ma soprattutto un documentario giornalistico su carta, in cui si fondono i freddi lungometraggi in bianco-nero della storia politica italiana con gli accalorati (e colorati) ricordi della vedova, che decora ogni episodio della vita politica del marito e del partito che questi diresse per decenni con aneddoti personali, a volte intimi, sempre emozionanti, spesso curiosi.

Un invito a riflettere La casa editrice Pagine, per la collana I Libri del Borghese, pubblica un libro intriso di quel sarcasmo tagliente che ha fatto oggi della nobildonna calabrese una richiestissima ospite ed opinionista dei salotti televisivi e dei patinati femminili. Soprattutto un invito alla riflessione per chi ha vissuto la politica combattendo al fianco di Almirante. Ma non solo. E' anche un incitamento ad una conoscenza approfondita e scevra dai luoghi comuni della retorica comunista per chi, il leader di Salsomaggiore, ha conosciuto solo attraverso le scritture di oggi. Amore e politica, insomma, questa la ricerca di De Pascali. Soprattutto una narrazione nata per essere un libro di ricordi casualmente trasformatasi, invece, per l’incalzare delle vicende politiche di questi giorni, in un instant-book sullo stato della Destra italiana. Dalle pagine del racconto si apprende infatti che fu proprio su insistenza di donna Assunta, a sua volta consigliata e spinta da Tatarella, Gasparri e Larussa, che a Mirabello, sul palco, durante un comizio, davanti a migliaia di convenuti, Gianfranco Fini fu nominato da Giorgio Almirante suo erede politico e delfino.

La "successione" di Fini "E' stato un atto di cui oggi mi pento amaramente - dichiara la vedova più volte - se tornassi indietro non lo rifarei più". "Quell’uomo ha distrutto ignobilmente tutto. Ha distrutto un patrimonio di ideali, di cultura e di politica. Soprattutto, così facendo, ha sputato sui cadaveri di decine di ragazzi morti per difendere le idee del Movimento sociale italiano.

E sta dilapidando, a leggere i giornali, l’enorme patrimonio costituito da tantissimi immobili che decine di affezionati hanno in passato fideisticamente donato al partito contando esclusivamente nell’immacolata onestà di Giorgio Almirante".

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