
I recenti annunci del governo statunitense in tema di dazi e nuove restrizioni tecnologiche impongono scelte strategiche ponderate e condivise. Ecco perché, nonostante uno scenario internazionale certamente sempre più complesso, diventa più che mai necessario ribadire come i rapporti tra Pirelli e i suoi partner cinesi non solo rimangono intatti, ma sono anche sempre di più orientati verso il futuro. A confermalo è Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo del gruppo che opera nel settore automobilistico, durante l'intervista rilasciata al direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, durante la presentazione ufficiale del nuovo inserto di approfondimento economico "Moneta", che ritorna in edicola domani con l'uscita del suo secondo numero settimanale sotto la direzione di Osvaldo De Paolini.
Tronchetti Provera conferma infatti che "gli Usa sono un mercato strategico per Pirelli che punta sull'alto di gamma" e ricorda: "Volevamo e vogliamo crescere in un mercato, quello dell'alto di gamma dove stavamo crescendo e stiamo crescendo molto bene". Prima però "abbiamo una governance da sistemare", premette Tronchetti riferendosi al tema della presenza forte di Sinochem nell'azionariato, il socio cinese con cui sono in corso trattative per superare l'ostacolo delle nuove normative americane. Crescere resta un obiettivo e anche se "non lo faremo domani, lo faremo tra un pò" conclude. In mattinata la società, tra l'altro, ha precisato - dopo le indiscrezioni di stampa che indicavano 1 miliardo (e fino a 2 miliardi) l'investimento per aumentare la produzione in Georgia - che "nessuna decisione è stata ancora presa".
Non bisogna dimenticare che la Cina rimanga ancora oggi il grande nemico degli Stati Uniti che un personaggio influente come Elon Musk, "un genio che mi preoccupa" - ha capito che deve cercare un appeasment con lo Stato asiatico: "Non vede un suo futuro senza la Cina". In ogni caso il dirigente d'azienda è convinto che i controdazi siano "una risposta ottusa": il presidente Usa è uomo che ha tecnologie, armi, satelliti "e quando sei davanti a lui devi trattare. Altrimenti fai muro e contro muro e porti avanti delle guerre infinite", dichiara Tronchetti Provera. I dazi, quindi, "vanno negoziati: ci auguriamo tutti che esca da questa trattativa la possibilità dell'Unione europea di rimanere uniti e, per gli importatori ed esportatori, che la situazione venga normalizzata".
Il vicepresidente esecutivo del gruppo Pirelli aggiunge, sempre a tal proposito, che Ursula von der Leyen "mi deve spiegare come funzionerebbero i controdazi, perché il rischio è l'inflazione vada alle stelle". E, in questo modo, "così non si va avanti i mesi, così si dura per due settimane". Allo stesso tempo, poi, Tronchetti Provera ammette di avere una "vera repulsione per il ReArm Europe: è un'espressione vuota che porta debito. E poi non è pensabile che avvenga nei prossimi cinque anni, tranne che per la Germania. Io invece preferisco essere legato alla difesa americana Insomma, il piano va assolutamente "razionalizzato: bisogna armonizzare il sistema delle armi".
Molto critico lo è anche nei confronti nella situazione attuale in Ucraina: "Siamo stati trascinati nella guerra dall'amministrazione Biden, ma alla fine a noi europei è rimasto solo il costo senza riuscire a dare il sostegno concreto agli ucraini", dichiara ancora Tronchetti Provera. Nel frattempo, "per tre anni nessuno ha parlato di trattare. Bisogna aiutarla, ma insieme agli Stati Uniti". In tutto questo scenario complessivo, tuttavia, il ruolo che potrà concretamente assumere Giorgia Meloni non può essere sottovalutato: "Lei è riconosciuta come una leader affidabile: è certamente la più stabile tra tutti quelli europei". La premier può ottenere dei "risultati che trascineranno anche l'Europa". Nel resto del continente la situazione è ben diversa: "Macron ha un consenso bassissimo e si diverte a fare il militarista con la bomba atomica e vuole andare contro la Meloni perché vuole essere lui a dire quello che deve fare, ma i francesi sottovalutano i satelliti americani".
Venendo poi ai temi più strettamente economici Marco Tronchetti Provera accoglie con grande entusiasmo la notizia dell'acquisto di Versace da parte di Prada, facendola ritornare in mani italiane: "Ha visto un'opportunità di rilevare un brand noto in tutto il mondo, è una buonissima notizia". Il direttore Sallusti gli chiede se, proprio a partire da questo fatto, se è possibile intravedere dei segnali di ottimismo e il menager risponde: "L'imprenditoria italiana è a due velocità: chi esporta va molto bene, eccezion fatta per questo caso dei dazi per cui bisogna ancora capire come andrà ad atterrare". L'importante è che in Europa "o c'è leadership, con relative responsabilità, oppure si diventa dei burocrati, non più a servizio per portare dei risultati".
E il passaggio con gli Stati Uniti diventa "obbligato": "Nessuno in Ue è strutturato per difendere il proprio territorio: senza il Cloud degli americani, siamo finiti. La governance a 27 non funziona, il Green Deal è stata una porcheria terribile. L'Ue non ha il peso politico per sedersi al tavolo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.