
C’è una battaglia durissima che si sta combattendo nella guerra commerciale globale scatenata da Donald Trump ed è quella tra Washington e Pechino. Trump alterna il pugno duro all'apertura verso negoziati, tranne che con la Cina, contro cui ha minacciato dal 9 aprile il 50% di dazi in più se non revoca i suoi dazi del 34% di ritorsione contro gli Stati Uniti. In tal caso alcuni prodotti cinesi potrebbero avere tariffe di oltre il 100%. Il Dragone è l’avversario geopolitico numero uno, con cui gli Usa hanno il peggior deficit commerciale e che sta flirtando col resto del mondo proponendosi come alternativa all’isolazionismo americano.
La reazione di Pechino è altrettanto dura. La Cina non accetterà mai la "natura ricattatoria" degli Stati Uniti e considera le ultime minacce di dazi avanzate dal presidente americano Donald Trump "un errore su un altro errore", ha scritto in una nota il portavoce del ministero del Commercio cinese, assicurando che se Washington vorrà continuare su questa strada allora Pechino "lotterà fino alla fine". E’ intervenuto anche il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian: "I nostri legittimi diritti non consentono privazioni. La sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina non consentono violazioni. Adotteremo misure risolute e forti a tutela dei nostri diritti e interessi legittimi". Lin Jian ha attaccato duramente anche il vicepresidente JD Vance definendolo "ignorante e maleducato", per il riferimento al fatto che Washington ha preso in prestito denaro dai "contadini cinesi". E poi ha aggiunto: “È sorprendente e triste sentire parole così ignoranti e maleducate da questo vicepresidente".
Le Authority finanziarie cinesi e i gestori dei fondi statali hanno espresso i loro impegni di sostegno ai mercati azionari del Paese. Central Huijin, il fondo sovrano mandarino, ha affermato di avere "ampia liquidità e canali di finanziamento fluidi" per svolgere il suo ruolo di "stabilizzatore di mercato". Central Huijin è uno dei diversi cosiddetti investitori del 'team nazionale' che, se necessario, agisce per portare ordine in periodi di turbolenza. La Banca centrale cinese (Pboc) ha poi aggiunto che potrebbe supportare la liquidità di Central Huijin con strumenti di rifinanziamento. In un avviso separato, la National Financial Regulatory Administration cinese ha detto che avrebbe aumentato la quota di fondi assicurativi investiti nel mercato azionario.
Intanto, stamattina c’è stato un colloquio telefonico tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il premier cinese Li Qiang.
"I due leader hanno avuto un dibattito costruttivo durante il quale hanno fatto il punto sulle questioni bilaterali e globali", fa sapere l'esecutivo Ue, indicando che "la presidente ha sottolineato l'importanza vitale della stabilità e della prevedibilità per l'economia globale" e, "in risposta alla diffusa interruzione causata dai dazi Usa, ha sottolineato la responsabilità dell'Europa e della Cina, in quanto due dei più grandi mercati del mondo, di sostenere un forte sistema commerciale riformato, libero, equo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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