La partita dei rottami ferrosi è spesso sottovalutata ma non secondaria nella corsa europea alla transizione energetica e, soprattutto, all'economia circolare, campo che vede l'Unione Europea in generale e l'Italia in particolare veri e propri modelli di livello globale.
Perfino il comparto intelligence italiano, nella sua più recente relazione sulle attività operative realizzato dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), la struttura di coordinamento dei servizi italiani di informazione e sicurezza presieduta dall'ambasciatore Elisabetta Belloni, ha parlato di economia circolare come di un settore importante e strategico. "L’analisi dei flussi informativi ha consentito di mettere in luce alcune criticità relative alla transizione ecologica, tra le quali quelle per giungere all’emanazione di provvedimenti regolatori, soprattutto nel settore dell’economia circolare", ha scritto l'intelligence italiana nella sua relazione, ricordando come il riuso e il riciclo di materiali critici sarà, nei settori oggetto di lotta alle emissioni climalteranti e riduzione degli sprechi, una sfida vitale da conseguire.
In quest'ottica la partita dei rottami ferrosi è fondamentale per alimentare la transizione energetica sostenibile della materia prima più critica per l'industria di ieri e di oggi, l'acciaio, campo in cui la domanda di rottami da riutilizzare è aumentata dopo la diffusione del forno ad arco elettrico come tecnologia-chiave per la transizione.
"L’acciaio", nota Ingenio, "è riciclabile all’infinito ed è di gran lunga il materiale più riciclato al mondo. La quasi totalità derivante dal riciclo dell’acciaio (99%) è un materiale di prima scelta, mentre quella rimanente (1%) viene recuperata come inerte per uso stradale". Il riciclo "evita il consumo di altro petrolio necessario per la produzione di materiali da materie prime fresche di estrazione e comporta la diminuzione del carico ambientale, delle emissioni di CO2 e di altri inquinanti". Nel mondo ad oggi un quinto della produzione siderurgica nasce da sfruttamento di rottami ferrosi, spesso prodotti nel ciclo integrato che permette di abbattere i costi della materia prima e l'impatto ecologico: "Parliamo di 14 tonnellate di acciaio riciclato al secondo. All’interno dell’Unione Europea tale percentuale sale a circa 40%. L’Italia è al primo posto in Europa per volumi di riciclo dei rottami ferrosi".
In quest'ottica speculazione finanziaria, concorrenza sleale dei Paesi terzi, attività criminali sono i tre campi in cui, secondo il Dis, in questo settore la siderurgia e l'industria italiane ed europee possono essere messi sotto pressione nella gestione dell'economia circolare dei rottami. Il governo Draghi, durante la fase iniziale della guerra in Ucraina, ha in quest'ottica aperto alla prospettiva di calmierare l'export di rottami ferrosi per evitare carenze critiche all'industria nazionale.
E anche per l'eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salinioggi "occorre combattere le spedizioni illegali di rifiuti e ostacolare l’elusione della normativa Ue, potenziando gli strumenti di controllo sull’export dei rifiuti metallici verso Paesi extra europei" e combattendo la concorrenza sleale di Paesi come la Turchia.
Al di fuori dell’Europa, sottolinea una nota firmata da Salini, "il materiale ferroso riciclabile, il rifiuto più soggetto a esportazione dalla Ue, viene spesso lavorato con procedimenti altamente inquinanti, lontani dagli standard ambientali Ue, per poi tornare sullo stesso mercato unico rivenduto a basso costo" come prodotto finito.
Il danno che rischia di prodursi avviene su un duplice fronte: "le nostre imprese siderurgiche si vedono ridurre una materia prima secondaria come i rifiuti metallici, indispensabile per centrare gli obiettivi di de-carbonizzazione del Green Deal, e nel contempo subiscono concorrenza sleale dall’estero". Per Salini questo può pregiudicare il ruolo dell'economia circolare nella transizione del Green Deal europeo e la competitività commerciale dell'Ue in settori strategici. L'eurodeputato ha annunciato di aver presentato un ampio pacchetto di emendamenti al Regolamento sulle spedizioni di rifiuti (Waste Shipment regulation) dell'Ue che sarà votato da Strasburgo nella prossima settimana.
Membro delle Commissioni Trasporti, Ambiente e Industria, Salini da tempo si batte per una transizione pragmatica che valorizzi industrialmente e produttivamente il modello europeo: "I nostri emendamenti - spiega l’eurodeputato - puntano a rafforzare il nuovo regolamento, riducendo i rischi di elusione legati a un'errata classificazione del rifiuto, ad una definizione di impianto di trattamento facilmente aggirabile e al criterio di appartenenza o meno all’Ocse del Paese di destinazione, un metro di valutazione, quest’ultimo, per sé insufficiente a garantire che il rifiuto venga trattato all’estero in linea con gli standard ambientali Ue, e che va quindi migliorato introducendo adeguate restrizioni".
In sostanza la richiesta è di un giro di vite sull’export dei rottami metallici "nel segno della coerenza e del realismo. La siderurgia europea, italiana in particolare, è infatti modello di innovazione sostenibile, tra le meno impattanti sul piano ambientale: è assurdo imporre target verdi ambiziosi alle nostre imprese e contemporaneamente chiudere gli occhi su un’evidente distorsione del mercato globale che sottrae alle medesime aziende la materia prima secondaria necessaria per raggiungerli". Si propongono dei "dazi verdi" sui rottami per proporre una parità di trattamento.
La transizione nulla è senza il pragmatismo e il realismo di imporre le migliori pratiche europee ai partner, per evitare la concorrenza sleale. Specie in un settore come l'acciaio che è sia tra i più climalteranti sia tra quelli in cui l'efficienza può essere driver dello svilluppo di molti sistemi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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