Effetto Trump: l’Ocse taglia le stime del Pil italiano 2025 e 2026

Previsioni di crescita riviste al ribasso per tutti i Paesi sviluppati a causa della probabile introduzione dei dazi

Effetto Trump: l’Ocse taglia le stime del Pil italiano 2025 e 2026
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Le stime dell'Ocse, presentate nell’Interim Economic Outlook, delineano un quadro di crescita moderata per l'Italia e per l'economia globale nei prossimi anni. Secondo il rapporto, "il Pil dell'Italia crescerà dello 0,7% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026", con una revisione al ribasso rispettivamente di 0,2 e 0,3 punti percentuali rispetto alle precedenti stime di dicembre. L'inflazione italiana, attestatasi all'1,1% nel 2024, dovrebbe salire all'1,7% nel 2025 e all'1,9% nel 2026, anch'essa rivista al ribasso rispetto alle previsioni precedenti.

Il capoeconomista dell'Ocse, Alvaro Pereira, ha sottolineato che "fino ad ora non sono stati introdotti dazi aggiuntivi nei confronti dell'Italia e dell'Unione Europea", anche se rimangono in corso discussioni su possibili nuove tariffe. Per ora, quindi, questi fattori non hanno avuto un impatto significativo sulle prospettive economiche italiane. Tuttavia, Pereira ha avvertito che "l'Italia è un Paese con una forte vocazione all’export, e se il mondo diventa più protezionista, chi esporta molto ne risentirà".

Sul fronte internazionale, l'organizzazione con sede a Parigi prevede che "la crescita annuale del Pil negli Stati Uniti rallenterà rispetto al suo forte ritmo recente, attestandosi al 2,2% nel 2025 e all'1,6% nel 2026". Per l'area dell'euro, la crescita prevista è dell'1,0% nel 2025 e dell'1,2% nel 2026, mentre in Cina si stima un rallentamento dal 4,8% del 2024 al 4,4% nel 2026.

A livello globale, la crescita economica dovrebbe ridursi progressivamente: "dal 3,2% nel 2024, al 3,1% nel 2025 e al 3,0% nel 2026", a causa di "barriere commerciali più elevate in diverse economie del G20 e una maggiore incertezza geopolitica e politica che grava sugli investimenti e sulla spesa delle famiglie". Inoltre, "i recenti indicatori di attività hanno iniziato a indicare una flessione delle prospettive di crescita globale" e "la fiducia di imprese e consumatori si è indebolita in alcuni Paesi".

L'Ocse avverte che "cambiamenti significativi nelle politiche commerciali, se sostenuti, colpirebbero la crescita globale e aumenterebbero l'inflazione". Le pressioni inflazionistiche restano elevate in molte economie, con un'inflazione complessiva che nel 2025 si attesterà al 3,8% nelle economie del G20, scendendo al 3,2% nel 2026.

La “solita ricetta”

L'Ocse sottolinea che l'elevato livello di incertezza geopolitica comporta rischi sostanziali per le proiezioni di base in virtù dei suoi riflessi sulla fiducia delle imprese e dei consumatori. Inoltre, un possibile irrigidimento delle politiche monetarie potrebbe influenzare negativamente i mercati finanziari e la crescita globale.

Per sostenere la ripresa, è la sintesi della raccomandazione tradizionalmente rivolta al nostro Paese, l'Italia dovrà adottare politiche fiscali prudenti, promuovere riforme strutturali per migliorare la produttività e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dagli investimenti infrastrutturali.

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