La spinta dell'Italia a creare dei sistemi di sviluppo della catena del valore dell'idrogeno, le cosiddette Hydrogen Valley, sta ottenendo il semaforo verde europeo. 44 progetti finanziati con poco meno di 350 milioni di euro, come riporta QualEnergia, spingeranno la transizione italiana verso la creazione di una catena del valore di un settore che, lo conferma la svolta tedesca sugli e-fuels, sarà decisivo per attuare la transizione energetica.
Su scala locale andranno costruite strutture industriali per permettere l'elettrolisi dell'idrogeno alimentata da fonti pulite, accumulatori per mantenere l'idrogeno come vettore sfruttabile sul fronte produttivo. Le Hydrogen Valley abbracciano la frontiera completa della produzione di idrogeno, della gestione dello stoccaggio e della distribuzione e delle applicazioni di mercato, che possono riguardare la mobilità, la fornitura a grandi impianti produttivi o anche la cogenerazione elettrica.
I 350 milioni di euro coprono buona parte dei 500 milioni di fondi che il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha garantito al settore idrogeno e su cui il governo Meloni intende investire a tutto campo. "L'idrogeno è una fonte di energia importante, pulita, ma soprattutto in grado di rendere meno ostico, soprattutto per le imprese e i cittadini, il cambio di marcia che ci viene chiesto dall'Europa", ha riportato il Segretario di Presidenza alla Camera e deputato di Fratelli d'Italia, Riccardo Zucconi.
Nel quadro di una catena di progetti complessa che comprenderà anche le stazioni di ricarica elettrica e le stazioni di idrogeno per veicoli stradali le Hydrogen Valley approvate dall'Ue rappresentano un passaggio fondamentale nella corsa del governo a convincere l'Europa della bontà dei suoi progetti per il Pnrr. E in quest'ottica un dato fondamentale è il fatto che molti dei progetti avranno come soggetti attuatori le Regioni e altri enti locali, garantendo uno sviluppo diffuso della frontiera dell'idrogeno.
Prima ricevente sarà la Sardegna, con 75 milioni di euro finalizzati a creare un settore dell'idrogeno funzionale ad alimentare tre diverse ferrovie: 30 a testa per la Sassari-Alghero e la Nuoro-Macomer, 15 per la Monserrato-Isili.Rinnovabili.it cita anche i progetti da circa 40 milioni della Puglia che saranno finanziati per l'intero importo: "iniziative presentate da Enel Produzione (9,8 milioni), Solarind Green (10 milioni), CE.RI.SMA (10 milioni), Cerichem Biopharm (9,8 milioni) e da Panita (340mila euro)". Una ventina di milioni di euro andranno nel modenese per creare in Emilia-Romagna un impianto integrato in cui l'idrogeno verde prodotto da un parco fotovoltaico da 6 MW alimenterà un Hydrogen Valley innovativa al servizio della manifattura locale, estremamente energivora.
La fame di sviluppo su questo fronte che contraddistingue il sistema-Paese è notevole. In quest'ottica, non è da sottolineare anche la presenza di progetti pregressi svincolati dall'attuale bando che mostrano come la vocazione italiana all'idrogeno preesista alle possibilità di finanziamento del Pnrr.
Il treno a idrogeno della Valcamonica in via di progettazione col progetto H2Iseo dall'omonimo lago al Tonale di Ferrovie Nord Milano e Trenord può creare un investimento di 140 milioni di euro per 16 elettrotreni e strutturare la prima ferrovia "verde" a impatto zero d'Italia. Tutti tasselli di una piccola, grande rivoluzione che col Pnrr può accelerare. Portando l'Italia come protagonista dell'era dell'idrogeno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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