Inflazione a due velocità, chi sta pagando di più il conto del caro vita L’inflazione record dell’ultimo anno non ha colpito tutti allo stesso modo. Tanto che si può parlare di due diverse inflazioni: una per i redditi bassi e una per i redditi più alti. La differenza è sostanziale: è come se il caro vita fosse 5 punti percentuali più alto per chi ha redditi bassi.
Guglielmo Barone, professore di Economia politica all’Università di Bologna, spiega a Money.it perché si registra tutta questa differenza: innanzitutto le famiglie con redditi più bassi utilizzano una percentuale più ingente delle proprie risorse per le bollette e i prodotti alimentari, proprio i beni e i servizi su cui i prezzi sono aumentati maggiormente. Inoltre queste famiglie hanno una minore resilienza per diversi motivi: minore risparmio disponibile, meno possibilità di ridurre le spese (pensiamo per esempio al ricorso ai discount, cosa che le famiglie a basso reddito già fanno) e meno asset liquidi con cui fronteggiare gli aumenti. In sostanza, "il tasso d’inflazione medio è più alto per chi ha un reddito basso e più basso per chi ha un reddito alto".
Finora sono stati fondamentali gli aiuti dei governi (prima Draghi e poi Meloni) diretti soprattutto alle fasce meno abbienti, tanto che - spiega il professore - i consumi stanno andando bene e vuol dire che le misure come i bonus e il taglio del cuneo fiscale hanno funzionato.
Non bisogna però continuare così a lungo: si deve, invece, puntare a una normalizzazione per "uscire da questa imposta regressiva e riallocare i consumi". La buona notizia è che l’inflazione è in discesa e la forbice tra le due inflazioni "si sta restringendo" ed è destinata a ridursi ulteriormente nei prossimi mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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