
I dati diffusi dall’Istat relativi ai conti pubblici nel terzo trimestre 2024 offrono un quadro incoraggiante per il raggiungimento dell’obiettivo di deficit/Pil stabilito dal Psb (il Piano strutturale di bilancio di medio-termine), fissato al 3,8% per il 2024 e al 3,3% per il 2025. Grazie a un significativo miglioramento delle entrate, già evidente nei primi nove mesi dell’anno, il trend suggerisce che il quarto trimestre potrebbe rivelarsi decisivo per consolidare e persino migliorare il risultato atteso.
Migliorano l’indebitamento netto e il saldo primario
Nel terzo trimestre 2024, l’indebitamento netto delle Pubbliche Amministrazioni è sceso al 2,3% del Pil, un netto miglioramento rispetto al -6,3% registrato nello stesso periodo del 2023. Parallelamente, il saldo primario delle Pa, che esclude gli interessi passivi, ha registrato un’incidenza positiva sul Pil pari all’1,7% (-2,8% nel terzo trimestre 2023). Anche il saldo corrente delle Pa è in crescita, passando dall’1,6% del Pil nel terzo trimestre 2023 all’1,9% nel terzo trimestre 2024. Questi dati confermano una gestione finanziaria più oculata e un rafforzamento delle entrate tributarie.
La Pressione Fiscale
Nonostante i progressi sul fronte del deficit, emerge un possibile effetto collaterale: l’aumento della pressione fiscale, che nel terzo trimestre 2024 ha raggiunto il 40,5%, in crescita di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo incremento potrebbe essere attribuibile al rallentamento della crescita economica, che comprime il denominatore del rapporto tra entrate fiscali e Pil. Le stime del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti hanno annunciato un Pil in crescita dello 0,7% per l’intero 2024, un dato positivo ma comunque inferiore alla previsione del Psb (+1%) anche a causa della revisione al rialzo delle serie storiche Istat 2021-2023 e del collasso del sistema produttivo tedesco.
Famiglie e imprese
Sul fronte delle famiglie, il reddito disponibile è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, sostenendo una crescita dei consumi dell’1,6%. Tuttavia, la propensione al risparmio è calata congiunturalmente al 9,2%, pur mantenendosi in crescita su base annua. Questo scenario evidenzia un sostegno alla domanda interna, ma anche segnali di cautela nella capacità di risparmio.
Per le società non finanziarie, il quadro è più complesso.
La quota di profitto è scesa al 42,4%, mentre il tasso di investimento è diminuito al 21,7%, riflettendo una riduzione degli investimenti fissi lordi dell’1,1%. La stagnazione del risultato lordo di gestione, accompagnata da un incremento dello 0,7% del valore aggiunto, sottolinea un contesto di margini compressi.
Siete fenomenali!
Ovviamente se gli altri restano a secco, intendo i negozianti in primis, sanno a chi dare la colpa.
Credo le abbiano aumentate a Lei. Controlli.
Io dal prossimo anno non potrò detrarre le spese per l'istruzione dei figli.
Non è vero che non potrò detrarre. Però vede che, evidentemente, per qualcuno le tasse aumentano.
Stiamo parlando del fatto che le tasse sono aumentate e aumenteranno ulteriormente.
Quando poi si afferma che è aumentato il reddito disponibile dell'0,6% bisognerebbe anche andare vedere per chi è aumentato. Certamente è aumentato per chi ha avuto sanatorie e sconti fiscali, le pensioni non sono affatto "aumentate", alcune sono state adeguate all'inflazione, molte sono state adeguate al di sotto dell'inflazione. Se poi per curarsi bisogna spendere sempre di più di tasca propria, il benessere collettivo è decisamente peggiorato.
Siete fenomenali!
Bisognerebbe che nelle scuole si introducesse una materia che insegna a capire il linguaggio dei politici, la propaganda e le promesse.
Poi ci vorrebbe più cultura per capire quando una promessa é assolutamente non mantenibile.
Vedo che lei è uno che crede ciecamente alle promesse fatte.
Dopo due anni di governo si faccia un bilancio intellettualmente onesto e se lo tenga per sé.
IL potere sale da prefisso telefonico e i ricari autostradali sono dell1,8% e la Rc sale del 5 %.
Andiamo veramente bene. Continuate così.
Da quando il governo è entrato in carica, è cresciuto di quasi 300 miliardi.
Questi sono i fatti il resto è fuffa per gli allocchi.
Ecco ciò che sono aumentati di sicuro sono le entrate per lo stato in quanto aumentando i prezzi aumentano i balzelli iva ecc. che lo stato riceve.
Grazie Meloni.