La gestione dei conti pubblici, l’Unione europea e la necessità di immigrati regolari: il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ha le idee chiare sulle priorità in campo economico. Ospite del Meeting di Rimini di Comunione e liberazione, il successore di Ignazio Visco non ha utilizzato troppi giri di parole, sottolineando che il problema cruciale dell’Italia resta la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto:“Un debito elevato rende più onerosi i finanziamenti alle imprese, frenandone la competitività e l’incentivo a investire; espone l’economia italiana ai movimenti erratici dei mercati finanziari, sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo”. L’Italia è l’unico paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l’istruzione, ha aggiunto Panetta, un messaggio perentorio in vista della manovra 2025.
L’alto debito sta gravando sul futuro delle giovani generazioni secondo il numero uno di Bankitalia, che ha invocato politiche di bilancio orientate alla stabilità e al graduale conseguimento di avanzi primari adeguati. Tuttavia, ha proseguito Panetta, la riduzione del debito sarà piuttosto complicata senza un’accelerazione dello sviluppo economico: “La strada maestra passa per una gestione prudente dei conti pubblici, affiancata da un deciso incremento della produttività e della crescita. Questo circolo virtuoso aumenterebbe significativamente le probabilità di successo e rafforzerebbe la credibilità delle nostre politiche, alleggerendo il peso della spesa per interessi”.
Allargando lo sguardo all’Europa, Panetta ha rimarcato che molte delle debolezze strutturali dell’economia Ue si ritrovano nell’economia italiano, ponendo l’accento sulla bassa crescita, sull’insoddisfacente andamento degli investimenti ma anche sulla stagnazione della produttività e sulla preoccupante prospettiva demografica. Non mancano i motivi per guardare al futuro con fiducia – basti pensare ai segnali di vitalità emersi negli anni successivi alla pandemia – ma è necessario costruire uno sviluppo sostenuto, duraturo e inclusivo: “La crescita resta l’obiettivo fondamentale per l’Italia, ma per ottenerla dobbiamo affrontare con decisione i problemi strutturali irrisolti. Dobbiamo concentrarci sulle finalità essenziali: rafforzare la concorrenza, potenziare il capitale umano, accrescere la produttività del lavoro, aumentare l’occupazione di giovani e donne, definire politiche migratorie adeguate”.
Nel corso del suo lungo intervento, Panetta si è soffermato anche sulle proiezioni demografiche che indicano che nei prossimi decenni si ridurrà il numero di cittadini europei in età da lavoro e aumenterà il numero degli anziani. Una dinamica che potrebbe avere degli effetti negativi sulla tenuta dei sistemi pensionistici, sul sistema sanitario, sulla propensione a intraprendere e a innovare, sulla sostenibilità dei debiti pubblici: "Per contrastare questi effetti , è essenziale rafforzare il capitale umano e aumentare l'occupazione di giovani e donne, in particolare nei Paesi, tra cui l'Italia, dove i divari di partecipazione al mercato del lavoro per genere ed età sono ancora troppo ampi". Panetta ha inoltre evidenziato che le misure che favoriscono l'afflusso di lavoratori stranieri regolari rappresentano una risposta razionale dal punto di vista economico: "L'ingresso di immigrati regolari andrà gestito in maniera coordinata all'interno dell'Unione, bilanciando le esigenze produttive con gli equilibri sociali e rafforzando l'integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro".
Una delle priorità dal punto di vista economico è mantenere il passo con il progresso a livello mondiale e l’Ue dovrà necessariamente avviare riforme profonde ed effettuare investimenti ingenti. Panetta ha nuovamente ricordato “l’importanza di creare una capacità fiscale comune”, senza la quale l’attuale governance europea“rimane squilibrata”. Il governatore di Bankitalia ha definito“un’illusione” l’idea che la Uem possa funzionare senza una capacità fiscale centralizzata: “Una politica fiscale comune correggerebbe questo squilibrio e rafforzerebbe la coesione tra paesi membri, facilitando la realizzazione di investimenti strategici su larga scala”.
Altro passaggio necessario è il completamento dell’Unione bancaria e la realizzazione di un mercato unico dei capitali:“Per quanto concerne gli investimenti, i leader europei hanno già individuato i settori chiave su cui concentrare l’impegno: la doppia transizione, ambientale e digitale, e comparti strategici come l’alimentare, l’energia, la sanità e la difesa, nei quali è necessario ridurre la dipendenza dall’estero”, l’analisi di Panetta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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