Una fotografia scattata con la lente del realismo, con luci e ombre di un periodo che presenta difficoltà e al tempo stesso opportunità. Per questo Fabio Panetta, il governatore della Banca d'Italia, ha sì confermato la presenza di "problemi gravi" di cui soffre la nostra economia, senza però rinunciare a mostrarsi ottimista verso un futuro che bisognerà affrontare mostrandosi in grado di vincere le sfide che si intravedono all'orizzonte. Il nuovo dato sull'inflazione dell'Eurozona - che ha visto un incremento del 2,6% annuo a maggio - è stato giudicato "in linea con le nostre previsioni e con le aspettative dei mercati, è una notizia non cattiva e non buona".
Non a caso il governatore, intervenuto in occasione delle sue considerazioni finali per la Relazione annuale dell'istituto, ha puntato l'attenzione sulle potenzialità e sulle risorse che l'Italia può vantare: "Non riesco a credere che un Paese come il nostro non possa oggi superare difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti, su cui tutti concordiamo". E, per dare vigore alla sua tesi, ha ricordato che l'Italia ha concorso a fondare l'Unione europea: "Ora può e deve concorrere al suo progresso. È con la forza di questa prospettiva che dobbiamo guardare con fiducia al futuro".
Il ruolo dell'Italia in Europa
Panetta ha sollecitato l'Italia a seguire l'agenda e a realizzarla per "tornare a crescere e per contare in Europa" e, di conseguenza, per ritagliarsi un ruolo di assoluto rilievo nel mondo. Ha indicato il capitale umano come elemento "decisivo", a cui si aggiungono le competenze e le conoscenze che vanno nutrire e rivitalizzate "lungo tutto l'arco della vita" perché rappresentano "il cardine non solo del progresso economico, ma anche e soprattutto di quello civile".
Il governatore della Banca d'Italia ha comunque specificato che la vera partita del futuro - per il nostro Paese ma anche per il resto dell'Europa - si giocherà sul fronte della tecnologia. Per questo ha invitato a concentrare tutti gli sforzi per valorizzare la ricerca e accompagnare il sistema produttivo nel suo percorso di trasformazione, garantendo le tutele per i più svantaggiati. "Servirà creare un ambiente normativo, economico e finanziario che favorisca l'assunzione di rischi imprenditoriali nei settori innovativi e che limiti il potere monopolistico di pochi grandi attori", ha aggiunto.
Le sfide dell'Ue
Quanto agli effetti delle nuove regole di Bilancio, sarà necessario attendere il modo in cui sarà applicato. Ma sullo sfondo, per Panetta, la priorità resta una: sposare una politica di Bilancio comune. Un Bilancio europeo avrebbe come effetto quello di "definire l'orientamento fiscale complessivo non più come la somma delle politiche nazionali, ma in base alle esigenze dell'economia dell'area". Inoltre potrebbero essere affrontate in maniera efficace anche eventuali choc improvvisi, dalla pandemia alla crisi energetica, "favorendo la coerenza tra politica di Bilancio e politica monetaria". "La recente riforma dei meccanismi di governo economico europei non ha segnato particolari progressi in queste direzioni, così come non ha introdotto la necessaria semplificazione delle regole", ha ammonito.
Dunque gli effetti del nuovo impianto normativo dipenderanno da come esso sarà applicato. L'economia europea potrebbe godere di benefici se la disciplina fiscale sarà coniugata con l'obiettivo di favorire la crescita. Così come si potrebbero rafforzare la collaborazione tra Stati membri e la fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni europee: "Ciò consentirebbe di progredire verso una vera e propria unione di Bilancio, che operi con adeguate risorse proprie e sia in grado di emettere debito".
La produttività per lo sviluppo
Ponendo gli occhi al futuro si pone anche il tema dei ritmi di sviluppo sostenuti. L'Italia come può farsi trovare pronta? Secondo Panetta da un lato dovrà saper "affrontare le conseguenze del calo e dell'invecchiamento della popolazione", mentre dall'altro dovrà "imprimere una decisa accelerazione alla produttività". Inoltre non ha escluso che un sostegno all'occupazione possa derivare da un flusso di immigrati regolari superiore a quello ipotizzato dall'Istat.
"Occorrerà gestirlo, in coordinamento con gli altri Paesi europei, bilanciando le esigenze della produzione con gli equilibri sociali e rafforzando le misure di integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro", ha affermato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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