Giorgetti: "Non serve una manovra lacrime e sangue per ridurre il debito"

L'economia italiana sta iniziando a rifiatare. Giorgetti: "L'1% di crescita nel 2024 è alla nostra portata"

Giorgetti: "Non serve una manovra lacrime e sangue per ridurre il debito"
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L'italia non ha bisogno di manovre economiche "lacrime e sangue". È quanto ha assicurato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo in occasione dell'Assemblea annuale dell'Associazione bancaria italiana (Abi), spazzando via le voci di un preoccupante intervento radicale tale da investire i risparmiatori e i contribuenti. "L'uscita graduale dalla condizione di Paese ad alto debito è un obiettivo raggiungibile che dobbiamo perseguire con determinazione e che a dispetto di quanto si legge di frequente non richiede una manovra lacrime e sangue", ha spiegato il ministro Giorgetti.

Quel che serve, ha aggiunto, è "una seria politica di controllo della spesa pubblica e di miglioramento dell'efficienza del prelievo fiscale". Dopo anni di decrescita e di gravi problemi, lentamente l'Italia sembra stia tornando a marciare nella giusta direzione. Prima di iniziare a correre bisogna tornare a imparare a camminare ma gli obiettivi realistici che si è posto l'esecutivo sono a portata di mano e di non difficile raggiungimento. Il ministro dell'Economia, infatti, ha spiegato all'assemblea che "con tutte le cautele del caso siamo fiduciosi che l'obiettivo di crescita del 1 per cento fissato nell'ultimo Def sia ampiamente la nostra portata".

Questo, ha aggiunto Giorgetti, non è "un obiettivo poeticamente accomodante ma era ed è basato su criteri di ragionevolezza e responsabilità". D'altronde, i dati del primo trimestre del 2024 sono confortanti e "si pongono in continuità con questi andamenti con un incremento dello 0,3 per cento rispetto ai mesi precedenti". L'andamento è incoraggiante, sottolinea il ministro "poiché anche se il ritmo di espansione del Pil fosse nullo a partire al secondo trimestre del 2024, la crescita acquisita per l'anno in corso sarebbe già pari allo 0,6 per cento che salirebbe allo 0,9 per cento qualora le stime sul secondo trimestre fossero confermate".

Gli interventi fin qui adottati dall'esecutivo hanno portato i risultati desiderati e l'obiettivo è quello di proseguire in questa direzione, con costanti miglioramenti. Con il taglio del cuneo fiscale sul lavoro, infatti, "siamo riusciti a contenere la crescita dell'inflazione frenando la spirale di crescita dei prezzi" e ora è auspicabile "che la dinamica di riduzione dei tassi registri presto un'accelerazione: graduale sì ma decisa". Questo perché, ha proseguito Giorgetti, "un ulteriore restringimento della domanda potrebbe risultare insostenibile, comunque difficilmente sopportabile per economie come quella italiana che al contrario hanno bisogno di respirare".

Il Mef, dopo la legge sui capitali , spiega il ministro, "è focalizzato sulla riforma del Testo unico della finanza riallineandolo in termini di competitività ai risultati raggiunti dagli altri paesi europei". L'intervento di Giorgetti all'assemblema è stato ad ampio raggio e ha coinvolto anche l'attuale tendenza demografica, che "va invertita: il governo continuerà e intensificherà la misure a sostegno delle famiglie con figli a carico. Anche le banche facciano una riflessione su come contribuire". La politica economica, spiega il ministro, "si concentrerà sullo sviluppo della competitività della nostra economia.

In alcuni campi continueremo ad effettuare anche interventi verticali di politica industriale per sostenere e riorganizzare determinate filiere o infrastrutture". Tuttavia, aggiunge, "non possiamo adottare una politica di incentivi a pioggia, come hanno fatto o stanno facendo grandi Paesi emergenti, che hanno molte più risorse di noi".

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