
Stiamo lavorando sul decreto legge correttivo per gli acconti Irpef. Sicuramente in tempi rapidi lo vareremo, ha detto all’Adnkronos il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, a margine della terza giornata del Vinitaly a Verona. La misura è necessaria per allineare alla riforma il calcolo dell’acconto Irpef per il 2025, dopo che il governo ha abbassato al 23% (dal 25%) lo scaglione fino a 28mila euro, lasciando invariate le altre due (al 35% fino a 50mila euro e al 43% oltre 50mila euro). Il decreto va approvato prima del 30 aprile, quando sarà possibile accettare la dichiarazione precompilata, meglio se il provvedimento arrivasse prima della lunghissima pausa pasquale e il Ponte del 25 Aprile. Non è una misura a costo zero, per dare fino a 260 euro di risparmio medio sull’anno scorso ai 28 milioni di contribuenti interessati servono almeno 250 milioni.
Per evitare che gli acconti Irpef 2025 vengano calcolati col vecchio sistema e il saldo 2024 con le nuove tre aliquote serve l’abolizione o la riformulazione dell’articolo 1 quarto comma del decreto 216/2023, nella parte in cui recita: «Nella determinazione degli acconti dovuti (...) per i periodi d’imposta 2024 e 2025 si assume, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata applicando le aliquote Irpef (23%, 25%, 35% e 43% ndr) vigenti al 31 dicembre 2023».
Altrimenti, il rischio è una sorta di prelievo forzoso che andrebbe a saldarsi con le dichiarazioni dell’anno prossimo.
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