"Da Schlein demagogia. Vi dico perché ha ragione la Meloni sul reddito di cittadinanza"

Alberto Mingardi, fondatore dell'Istituto Bruno Leoni, promuove la politica economica del governo Meloni e critica le ultime uscite pubbliche del segretario dem

"Da Schlein demagogia. Vi dico perché ha ragione la Meloni sul reddito di cittadinanza"
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"Il disegno complessivo del governo mi sembra sensato". Alberto Mingardi, fondatore dell'Istituto Bruno Leoni, approva la riforma del reddito di cittadinanza voluta dal governo Meloni che sta creando così tante polemiche.

I Comuni, però, sono in rivolta...

"Credo che il governo abbia agito in modo ragionevole, rivedendo la platea dei beneficiari, ma è sensato che siano i Comuni a erogare questo genere di sostegno in quanto sono le amministrazioni locali più vicine alle famiglie. È anche giusto che siano loro a sorvegliare affinché le richieste che pervengono siano affrontate nel miglior modo possibile e, quindi, che tali erogazioni non finiscano a persone che non rientrano nelle caratteristiche necessarie per ottenerle".

Il reddito di cittadinanza è stato pensato o applicato male?

"Sicuramente è stato creato male. Strumenti universali di assistenza come quello possono avere uno spazio, ma dovrebbero essere alternativi e non sommarsi ad altri strumenti di welfare già esistenti. E soprattutto dovrebbero essere pensati all’interno di una revisione complessiva del sistema fiscale. Questo non è avvenuto perché il reddito di cittadinanza è nato in un momento storico in cui i grillini erano al governo con la Lega ed entrambi dovevano portare a casa un risultato. Ricordiamo tutti Di Maio che, dal balcone di Palazzo Chigi, annunciò l’abolizione della povertà. Per carità, era una loro promessa elettorale. Anche la Meloni ha promesso ai suoi elettori di rimetterci mano".

Si aspettava delle proteste così forti?

"Le proteste non mi sorprendono perché è chiaro che, quando si dà un sussidio a una platea così ampia di individui si sta creando un piccolo esercito che farà di tutto per proteggere tale aiuto economico. Ora spetta al governo dimostrare di che pasta è fatto nel momento in cui si deve far fronte a questo contesto. La signora Thatcher diceva che una donna è come una bustina di the: si vede quanto è forte nel momento in cui la si mette nell’acqua bollente. Lo stesso vale per la nostra premier".

La Schlein ha ragione a dire che il governo fa la guerra ai poveri?

"No, non è così. Questo lessico è molto violento. Basti pensare che, nelle scorse settimane, la Schlein diceva che il governo vuole gli schiavi, espressione odiosa e assurda. Se ci sono gli schiavi, allora significa che ci sono anche i padroni e questo lessico non fa bene alla discussione. È un modo molto demagogico di fare politica".

Cosa può far crescere i salari?

"La povertà si può ridurre solo ritrovando un sentiero di crescita virtuoso che non è legato a qualche prestidigitazione monetaria e che non dipende nemmeno da un’iniezione di sussidi.

La crescita può essere favorita con politiche che accrescano il lato dell’offerta e che spingano le persone a lavorare di più e a essere più produttive. Solo questo può portare ad avere salari più alti. Poi, ci saranno persone che hanno problemi seri e che rimarranno indietro e per le quali bisognerà usare meglio gli strumenti di assistenza che già esistono".

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