Riforma del fisco locale, ecco cosa cambia

Sconti per chi sceglie l’addebito diretto di Imu e Tari sul conto corrente, ma per i morosi le azioni esecutive scatteranno dopo 60 giorni

Riforma del fisco locale, ecco cosa cambia
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Dopo una lunga attesa, il decreto attuativo della riforma del fisco locale è prossimo al traguardo. Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha annunciato che il testo potrebbe essere portato in Consiglio dei ministri entro un mese. La bozza, articolata in 33 articoli, mira a un doppio obiettivo: incentivare i pagamenti spontanei e rafforzare le procedure di riscossione per i contribuenti inadempienti.

Incentivi per i pagamenti spontanei

Per favorire la collaborazione tra cittadini ed enti locali, il decreto introduce misure di adesione agevolata, permettendo ai sindaci e ai presidenti di stabilire sanatorie con riduzioni su sanzioni e interessi. La nuova disciplina prevede anche forme di premialità per chi opta per l'addebito diretto delle somme dovute su conto corrente, con sconti fino al 5% per l'Imu e la Tari.

Al fine di migliorare il rapporto tra contribuenti ed enti locali, viene esteso il principio del "contraddittorio preventivo", già in uso per gli atti dell'Agenzia delle Entrate. Questa misura consentirà un dialogo tra le parti prima dell'emissione di un accertamento fiscale, offrendo un'occasione per risolvere eventuali contestazioni senza ricorrere immediatamente a sanzioni.

Maggiore rigore nella riscossione

Parallelamente agli incentivi, il decreto introduce una stretta sulla riscossione coattiva. In caso di mancato pagamento di tributi locali come Imu e Tari, i termini per le azioni esecutive verranno ridotti da 180 a 60 giorni, allineando i tempi per chi presenta ricorso e chi non lo fa. Le nuove regole stabiliscono anche che gli enti locali potranno applicare transazioni fiscali sui tributi locali per agevolare i contribuenti in difficoltà economica.

Il nodo delle compartecipazioni

Un ulteriore pilastro della riforma riguarda il federalismo fiscale e il sistema di compartecipazione ai tributi statali. Per province e città metropolitane, il decreto prevede la sostituzione dell'attuale Rc Auto con una quota di compartecipazione all'Irpef. In ambito comunale, invece, manca ancora una soluzione definitiva per individuare un'entrata sostitutiva in grado di garantire la stabilità finanziaria degli enti locali.

Le preoccupazioni dei Comuni

Il dibattito tra Comuni e governo rimane acceso, soprattutto in merito ai tagli previsti dalla legge di bilancio. Il sindaco di Napoli e presidente dell'Anci, Gaetano Manfredi, ha avvertito che "i Comuni a breve non saranno in grado di erogare neanche il livello di servizio che eroghiamo oggi". Dello stesso avviso il presidente di Ifel e sindaco di Novara, Alessandro Canelli, che ha evidenziato la necessità di una maggiore autonomia finanziaria per i Comuni, ripartendo dall'articolo 119 della Costituzione.

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha rassicurato che nella

manovra sono stati stanziati 310 milioni di euro in più fino al 2030 per la perequazione fiscale. Inoltre, ha ricordato che il federalismo fiscale per i Comuni rappresenta una delle riforme chiave per il completamento del Pnrr.

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