"Ampliamo l'esercito e apriamo alle armi nucleari": così la Polonia risponde alle minacce della Russia

Il premier polacco Donald Tusk annuncia la svolta in un discorso in parlamento e precisa: "questa è una corsa per la sicurezza, non per la guerra"

"Ampliamo l'esercito e apriamo alle armi nucleari": così la Polonia risponde alle minacce della Russia
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"La Polonia deve ampliare il suo esercito e prendere in considerazione l'acquisizione di armi nucleari”. Così il premier polacco Donald Tusk ha annunciato ieri in un discorso al parlamento la drammatica svolta necessaria a garantire la sicurezza di Varsavia. “Profondi cambiamenti nella geopolitica americana pongono il Paese in una situazione oggettivamente più difficile”, ha detto il primo ministro sottolineando che “dobbiamo essere consapevoli che la Polonia deve raggiungere le capacità più moderne anche relative alle armi nucleari e alle moderne armi non convenzionali... questa è una corsa per la sicurezza, non per la guerra".

Tusk, dopo aver dichiarato che la Polonia "sta parlando seriamente" con Parigi in merito alla proposta di estendere l’ombrello nucleare francese, ha citato l’esempio dell’Ucraina che ha rinunciato al suo arsenale atomico ed è stata aggredita dalla Russia nel 2022 per rimarcare l’importanza di non limitarsi alle armi convenzionali. Anche il leader dell’ex partito di governo polacco Jaroslaw Kaczynsky ha affermato tre anni fa che “da cittadino” gli piacerebbe che Varsavia si dotasse di armi nucleari ma “come politico responsabile valuto l'idea come irrealistica”. C'è da dire che l’obiettivo esplicitato dall’attuale premier polacco entrerebbe, al momento, in contrasto con il rispetto dei vincoli previsti dal Trattato di non proliferazione nucleare sottoscritto pure dalla Polonia.

Nel corso del suo intervento l’ex presidente del Consiglio europeo e primo ministro dal 2023 ha inoltre detto che intende introdurre un addestramento militare obbligatorio per tutti gli uomini adulti del Paese allo scopo di rafforzare la difesa nazionale e aumentare il numero di riservisti. Il premier polacco ha dichiarato che "ogni uomo sano dovrebbe volersi addestrare per essere in grado di difendere la patria in caso di necessità. Lo prepareremo in modo tale che non sarà un peso per le persone", aggiungendo che anche le donne avranno la possibilità di offrirsi volontarie ma che "la guerra è ancora, in misura maggiore, dominio degli uomini". Tusk ha comunque precisato che non si tratta di un ritorno alla coscrizione obbligatoria, terminata in Polonia nel 2008.

Come ricorda il New York Times, la Polonia è già adesso la più grande potenza militare tra gli ex membri del Patto di Varsavia, l’alleanza militare guidata dall’Unione Sovietica e operativa durante gli anni della Guerra fredda. Più in generale, potendo contare allo stato attuale su circa 200mila uomini, l’esercito polacco è il terzo più grande nella Nato dopo gli Stati Uniti e la Turchia. L’obiettivo espresso nelle scorse ore dal governo di Varsavia è di portarlo a 500mila unità, compresi i riservisti. Per perorare la sua causa, Tusk ha ricordato che l'esercito dell’Ucraina conta 800mila soldati mentre quello della Russia arriva a circa 1,3 milioni di unità.

"Se organizziamo tutto in modo intelligente, e ne parlo costantemente con il ministro della Difesa”, ha detto il premier polacco, “dovremo adottare diverse strategie. Questo significa puntare sui riservisti, ma anche su un addestramento intensivo, in modo che chi non entra nell'esercito sia comunque un soldato competente e pronto in caso di conflitto".

Tusk ha infine annunciato di voler aumentare ulteriormente le spese militari, proponendo di destinare il 5% del Pil alla difesa. Quest'anno il governo ha già stanziato il 4,7% del Pil, la percentuale più alta tra i Paesi membri della Nato. Numeri elevati che rendono la Polonia uno dei Paesi europei “preferiti” dal presidente americano Donald Trump.

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