Alla fine hanno ragione i francesi: l’Europa è questo. L’Occidente è questo. Drag queen, blasfemia, un Dioniso che, anziché essere il terribile dio dell’ebbrezza, è ridotto a un puffo blu. La parodia di se stesso. Proprio come questo Vecchio Continente che, ormai, ha scelto di morire. Anzi: di suicidarsi. Di imboccare a tutta velocità la strada per schiantarsi nel modo più doloroso possibile contro il muro di un mondo impazzito.
Le immagini della cerimonia di apertura delle olimpiadi di Parigi parlano chiaro e, del resto, gli organizzatori hanno detto che, attraverso quelle figure, hanno voluto celebrare libertà e diritti. E anche questo è vero. Il problema è che ormai, in questa parte del mondo, si è affermato un concetto di libertà che non presuppone più alcuna responsabilità e che dà spazio ai diritti senza chiedere in cambio alcun dovere. Il contrario dei principi che, nel bene o nel male, hanno retto l’Europa per migliaia di anni permettendole di prosperare, almeno fino alla Seconda guerra mondiale. Ed è così, a suon di finte libertà e di finti diritti, che le persone diventano atomi impazziti, che vivono solo per se stessi e che non hanno più un fine.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha messo in scena l’allegoria del nostro tempo. Una allegoria fatta di maschere ributtanti e di parodie. Ancora una volta, tornano alla memoria le parole di Goya che, dopo che la rivoluzione francese si era ormai imposta, disse di aver passato, come molti altri artisti di quell’epoca, settimane a letto in preda a una strana febbre.
Guarito, realizzò alcune delle sue opere più macabre e tragiche come il sabba delle streghe che tanto richiama alcune immagini viste all’inaugurazione delle olimpiadi. Era, quello, l’irrazionale e che entrava nella vecchia Europa attraverso la Francia dei lumi. Una Francia così simile a quella di oggi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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