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Chi non reagisce a un criminale

Penso che Vladimir Putin sia un criminale, e ieri lo ha dimostrato per l'ennesima volta, prima facendo minacciare dai suoi Sergio Mattarella

Chi non reagisce a un criminale
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Ci si può fidare di uno che per risposta a un ragionamento non gradito sulla storia europea fatto da un presidente della Repubblica risponde facendo bersagliare dai suoi hacker i centri nevralgici di quel Paese? Non penso proprio, penso che Vladimir Putin sia un criminale, e ieri lo ha dimostrato per l'ennesima volta, prima facendo minacciare dai suoi Sergio Mattarella «Le sue parole avranno conseguenze» e poi scatenando l'inferno telematico contro i server degli aeroporti di Milano, dei porti di Trieste e Taranto e di Banca Intesa. Putin non gradisce che qualcuno gli ricordi, come ha fatto Mattarella nei giorni scorsi parlando all'Università di Marsiglia, una fondata analogia tra quello che ha fatto lui in Ucraina e quello che Hitler fece nel 1939 in Cecoslovacchia, occupata con il pretesto delle privazioni alle quali, secondo lui, era sottoposta la popolazione germanofona che abitava nella regione dei Sudeti; un'azione che fu la scintilla per espandere il Reich in tutta Europa.

Certo, l'Italia fascista fu complice di quella sciagura, ma quasi un secolo dopo noi siamo una consolidata democrazia che aborrisce guerre e invasioni, mentre la Russia è ancora ferma alle logiche naziste e risponde alle critiche di un Paese sovrano, come ha fatto ieri, con minacce fisiche e attacchi per ora elettronici, ma un domani chissà.

Ma finché l'Europa reagisce nel modo con cui ha reagito ieri nell'anomalo vertice convocato a Parigi da Macron uno che vorrebbe governare l'Europa ma che non governa più neppure la Francia -, credo che Putin abbia buon gioco a dire e fare ciò che crede. I principi europei sono ottimi: non molliamo l'Ucraina al suo destino.

Ma la velocità di reazione e la compattezza nelle decisioni sono incompatibili con quelle che mette in campo l'America trumpiana e la sua ipotesi di pace certamente utile agli Stati Uniti e gradita a Putin ma ancora piena di incognite per l'Ucraina e l'Europa. Da «emergenza Ucraina» si sta passando velocemente a una «emergenza Europa».

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