L'ammissione di Sarkozy sul golpe 2011 e su Berlusconi: ecco cosa ha scritto

Nicolas Sarkozy nel suo ultimo libro parla del caldo 2011 e rivela il piano anti-Cav messo in atto insieme alla Merkel

Nicolas Sarkozy e Angela Merkel al G20 di Cannes
Nicolas Sarkozy e Angela Merkel al G20 di Cannes

Nicolas Sarkozy conferma quanto da tempo gli osservatori più attenti degli affari europei avevano acclarato: il ruolo giocato dall'ex presidente francese assieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel per spingere a fine 2011 alle dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi usando la leva economica e finanziaria per togliere le basi di consenso al premier italiano. A cui si aggiunse tra i bersagli dell'asse franco-tedesco che allora custodiva la linea del rigore e dell'austerità un altro leader europeo: il premier socialista greco Giorgos Papandreou. Le rivelazioni del discusso libro di Sarkozy, "Il tempo delle battaglie", da poco uscito in Francia, lo testimoniano.

Sarkozy, Faust dell'austerità

La caduta di Berlusconi e di Papandreou, avvenuta nel rovente novembre 2011, seguì dinamiche simili: l'affondo politico e finanziario di francesi e tedeschi, l'uso della tempesta finanziaria sugli spread e i debiti pubblici come leva di destrutturazione del consenso di governi eletti a maggioranza da libere elezioni, la caduta e la nascita di esecutivi tecnici in sostituzione dei due premier con la giustificazione di dover imporre in Italia e Grecia la linea rigorista e austeritaria dell'Unione Europea a trazione tedesca. Mario Monti in Italia, Loukas Papadimos in Grecia: la caduta di Berlusconi e Papandreou portò all'ascesa dei custodi del rigore in entrambi i Paesi. Sarkozy rivendica queste mosse: "L’ora era grave. Abbiamo dovuto sacrificare Papandreou e Berlusconi per tentare di contenere lo tsunami [...] I mercati hanno capito che noi auspicavamo le dimissioni di Berlusconi. È stato crudele, ma necessario".

La lettura di Sarkzoy cozza, come noto, con la realtà dei fatti: né in Italia né in Grecia la nascita dei governi tecnici raffreddò la febbre degli spread tra i debiti pubblici nazionali e i Bund tedeschi almeno fino al "Whatever it takes" di Mario Draghi del luglio 2012 che annunciò la svolta anti-rigorista della Banca centrale europea.

Nei confronti di Italia e Grecia, Sarkozy e la Merkel applicarono a partire dal 2010 una strategia di massima pressione volta a fare dell'austerità fiscale la logica di risoluzione delle crisi strutturali sui debiti amplificate dalla Grande Recessione. In quest'ottica, Sarkozy con miopia pensava che cavalcare la tigre dell'austerità avrebbe potuto arginare, nelle prospettive future, l'egemonia tedesca in Europa. Successe il contrario: la Francia divenne negli anni successivi uno dei malati d'Europa per l'alto indebitamento e anche a causa delle tensioni causate dal 2010-2011 l'euro andò a un passo dal tracollo.

Trichet e Lagarde: gli esecutori del piano di Sarkozy e Merkel

Italia e Grecia furono i Paesi individuati come "pecore nere" anche se né Roma né Atene avevano, in quegli anni, promosso pacchetti di spesa allegri. Atene, addirittura, aveva siglato il famigerato memorandum con la Troika. Per molti osservatori, il fatto che Papandreou volesse però sottoporre il futuro del memorandum a referendum, nel 2011, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Nel libro del 2015 La cassaforte degli evasori, Hervé Falciani, tra i più noti whistleblower bancari europei, scrisse che Sarkozy sapeva che Papandreou aveva conti segreti alla Hsbc in Svizzera e utilizzò come arma di ricatto l'informazione per fermare la volontà del premier greco di procedere al referendum. Che sarebbe stato tentato, ad austerità oramai sdoganata, quattro anni dopo da Aleixis Tsipras senza cambiare la sostanza delle cose. Sarkozy definì Papandreou "fottutamente pazzo" in un dialogo col premier spagnolo José Luis Zapatero che ha raccontato la storia nel suo libro autobiografico Il Dilemma.

Italia e Grecia furono colpite dalla volontà francese di inseguire la Germania ad ogni costo sul tema del rigore. Che arrivò a pochi passi dal creare conseguenze suicide per l'Unione Europea. Gli agenti della strategia francese furono, in quest'ottica, la governatrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde e il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet, entrambi francesi. Quest'ultimo in piena fase di crisi dei debiti procedette a due incauti rialzi del tasso di sconto, che crebbe dall’1% all’1,50%, nell'estate 2011, causando panico sui mercati. Lagarde, oggi titolare dello scranno più alto della Bce, passò nell'estate 2011 al Fmi direttamente dal governo francese del presidente Sarkozy, iniziando a bombardare Atene con avvertimenti sul rischio default. E, lo ricordiamo, la lista di figure con conti alla Hsbc non dichiarati pubblicamente era chiamata, prima del libro di Falciani, "Lista Lagarde".

La pista greca e quella italiana

Nella casa parigina di Falciani, nel gennaio 2009, la polizia scovò una lista di 130mila nomi che l'ex tecnico di Hsbc aveva sottratto alla banca e potevano corrispondere a potenziali evasori. Poco meno di 2mila erano greci: l'informazione arrivò alla Dgse, l'intelligence estera francese, e poi al governo. Lagarde e Sarkzoy, dunque, sapevano e probabilmente usarono l'informazione come strumento politico nei mesi a venire. Sapendo anche che pure il ministro delle Finanze di Papandreou, Giorgos Papakonstantinou, era tra i nomi inclusi.

Il mix di pressioni e tensioni per imporre a Papandreou l'accettazione supina del memorandum ricorda, in forma più dura, il trattamento riservato a Berlusconi. Confermato dalle rivelazioni contenute nel libro di Zapatero e nel racconto su quegli anni dell’ex Segretario al Tesoro statunitense dell'amministrazione Obama, Timothy Geithner (Stress Test). A cui ora bisogna aggiungere il libro di Sarkozy: laddove per Papandreou la questione critica fu la richiesta di referendum, per Berlusconi la spinta alla defenestrazione politica venne dal crescente contenzioso tra Roma e Parigi alimentato soprattutto dalle posizioni critiche del Cavaliere sulla guerra di Libia di inizio 2011.

"Patetico e delirante": Sarkozy attacca il Cavaliere sul G20 di Cannes

Alle richieste all'Italia di nuovo rigore da parte di Berlino e Parigi e al rincaro dei tassi deciso da Trichet si aggiunsero, a fine 2011, le parole della neo-segretaria francese dell'Fmi, Lagarde. L'evento risolutivo fu il G20 di Cannes di inizio novembre 2011, dove al famoso accerchiamento politico di Berlusconi imposto da Sarkozy e Merkel, immortalato nel famoso sorriso complice dei due a una domanda riguardante il leader italiano, si aggiunse la proposta-choc della Lagarde. La quale propose a Roma di accettare una linea di credito forzosa da 80 miliardi di euro che avrebbe messo Roma sotto il controllo della Troika costituita da Ue, Fmi e Bce. Zapatero parla nel suo libro di un'offensiva contro l'Italia premeditata, "condotta per terra, mare e aria". Il rifiuto del Cavaliere portò all'avvitamento dello spread e all'offensiva finanziaria definitiva che due settimane dopo avrebbe sommerso il suo quarto governo. Caduto il 16 novembre 2011, cinque giorni dopo quello di Papandreou.

Dell'ultimo incontro con Berlusconi a Cannes Sarkozy dà nel libro una descrizione durissima, definendo l'allora premier "patetico e delirante". A Cannes, scrive Sarkozy, "Angela Merkel e io decidemmo di convocare Berlusconi per convincerlo a prendere ulteriori misure per provare a calmare la tempesta in atto. Il premier italiano cominciò a spiegare che non avevamo capito che non c’erano rischi sui mercati internazionali, perché il debito pubblico italiano era nelle mani degli italiani. Voleva creare altro debito da mettere sulle spalle solo dei suoi compatrioti. Tutto ciò era abbastanza delirante. L’incontro diventò sempre più aspro nonostante Berlusconi cercasse di alleggerire l’atmosfera con qualche battuta delle sue, completamente fuori luogo". Una ricostruzione che, come abbiamo visto, cozza con la realtà dei fatti.

Ed è destinata a ricevere ben poco contraddittorio: l'uscita del libro a più di due mesi dalla morte del Cavaliere rende impossibile qualsiasi controcanto a questa presa di posizione tanto dura. Che ci ricorda un'epoca buia dell'Europa degli scorsi anni.

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