Biden contro Trump, flop dem. "Ma il presidente non si ritira"

In pole, qualora Biden decidesse di ritirarsi, c'è la vicepresidente Kamala Harris: altre ipotesi meno percorribili riguardano il governatore della California Gavin Newsom e l'ex First lady Michelle Obama. Il portavoce: "Non si ritira"

Biden contro Trump, flop dem. "Ma il presidente non si ritira"
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Il flop storico del presidente Joe Biden nel primo dibattito televisivo andato in onda sulla Cnn contro Donald Trump ha letteralmente gettato nel panico i democratici. Tra i dem, dopo la performance disastrosa di Biden, apparso confuso e spaesato per lunghi tratti del dibattito, serpeggia ora l'ipotesi di fare pressione sull'inquilino della Casa Bianca per costringerlo a ritirarsi per motivi di salute e schierare un nome alternativo: qualora il presidente Usa si ritirasse dalla corsa, il sostituto verrebbe individuato in occasione della Convention democratica che si svolgerà il 19 agosto a Chicago. Al momento, tuttavia, lo staff del presidente esclude l'ipotesi ritiro:
"Certo che non si ritirerà" ha confermato il portavoce della campagna di Biden, Seth Schuster, in un messaggio riportato da The Hill.

Anche se improbabile, tutto può ancora succedere da qui alla Convention di agosto. Se il sogno dell'universo liberal è incarnato dall'ex First lady Michelle Obama, l'ipotesi più concreta è rappresentata dalla vicepresidente Kamala Harris, che potrebbe essere appoggiata dallo stesso Biden nel caso di un ritiro di quest'ultimo si concretizzasse. Primo Problema: Harris è impopolare e il suo indice di gradimento è attualmente inferiore al 40%, secondo la media FiveThirtyEight. Secondo: per facilitare la nomina di Harris, Biden dovrebbe dimettersi prima della Convention di agosto. In alternativa, potrebbe emulare ciò che fece nel 1968 Lyndon Johnson, rimanendo in carica fino alla fine del mandato. In quel caso, però, i delegati da lui vinti sarebbero contendibili. E se Kamala Harris non sarà presidente entro metà luglio, non avrà alcun diritto effettivo alla nomination.

I nomi in pole position per sostituire il presidente

Se Kamala Harris sembra essere dunque la strada più percorribile e ovvia nel caso di un clamoroso passo indietro del presidente Usa, quello del governatore della California Gavin Newsom appare più improbabile. Quest'ultimo, infatti, ha sostenuto alcuni candidati anche al di fuori della California negli ultimi anni, scatenando le voci più disparate su una sua possibile candidatura alla Casa Bianca, ma Newsom ha respinto con fermezza questa possibilità, giurando la sua fedeltà alla campagna di Biden per il 2024. Vi sono poi altre figurebbe di spicco che potrebbero sostituire l'inquilino della Casa Bianca come il governatore del Michigan Gretchen Whitmer, il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, oltre a quello del Maryland, Wes Moore.

Ecco come i democratici potrebbero sostituire Biden

Come spiega Politico, non è un processo per nulla semplice quello di sostituire un candidato presidente già designato che ha vinto le elezioni primarie. Biden ha ottenuto circa il 95% degli oltre 4.000 delegati alle primarie di quest'anno: se l'inquilino della Casa Bianca decidesse di fare un passo indietro, darebbe il via a un processo aperto e imprevedibile per la scelta del suo sostituto, nel quale anche i "superdelegati" avrebbero voce in capitolo. Il punto è, come spiega Vox, che solo Biden può chiedere ai delegati di votare per qualcun altro al suo posto. Il presidente, infatti, è l’unico che può decidere se ritirarsi o meno: nessuno organo di partito può obbligarlo a farlo.

Senza contare che tutti i suoi papabili sostituti sono convinti sostenitori del presidente e difficilmente gli volterebbero le spalle. Solo Joe Biden, dunque, può decidere se ritirarsi o meno ma non ci sono segnali che intenda farlo. E al momento sembra che non ne abbia alcuna intenzione.

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