Il freddo artico, il giuramento e il tè con i Biden: tutti i segreti del Trump Day

L'insediamento del nuovo inquilino della Casa Bianca è il momento più solenne del passaggio di poteri previsto dalla democrazia americana. E quest'anno sarà diverso dai precedenti

Il freddo artico, il giuramento e il tè con i Biden: tutti i segreti del Trump Day

Alla fine a sconvolgere i piani di Donald Trump non è stato né il partito democratico né il Deep State ma un'ondata di gelo artico. Per il suo insediamento il 20 gennaio, infatti, il tycoon si è dovuto piegare alle temperature glaciali spostando all’interno del Campidoglio la cerimonia che ogni quattro anni negli Stati Uniti rappresenta il pacifico passaggio di poteri da un’amministrazione alla successiva. Ma come avviene davvero questo rito e quanto il Trump Day si discosterà da quello dei suoi predecessori?

La tradizione

L’inaugurazione presidenziale si svolge sempre all’aperto sulle scalinate di Capitol Hill. Salvo eccezioni, come nel caso di quest’anno, dovute a condizioni climatiche avverse. Una circostanza che peraltro non si verificava dal 1985 quando alla Casa Bianca c’era Ronald Reagan. Un’ulteriore precisazione è poi necessaria: prima del 1937 il giuramento del nuovo inquilino della Casa Bianca aveva luogo il 4 marzo ma il 20esimo emendamento alla Costituzione americana ha anticipato tale data al 20 gennaio.

In realtà per il commander in chief che trionfa alle elezioni del novembre precedente l'insediamento fa parte di una cerimonia fittissima di eventi lunga un giorno – quattro se si includono tutta un’altra serie di celebrazioni e festeggiamenti - che quindi non si esaurisce con la pronuncia del giuramento a mezzogiorno. Ad organizzare e sorvegliare sui riti dell’Inauguration Day ci pensa un comitato speciale del Congresso.

Si comincia al mattino presto con una cerimonia religiosa e con la visita del presidente eletto e della sua consorte alla famiglia del suo predecessore al 1600 di Pennsylvania Avenue. A seguire il capo della Casa Bianca in pectore recita, nel settore ovest del Congresso e preceduto dal suo vice, il seguente giuramento: “giuro solennemente di adempiere con fedeltà all’ufficio di presidente degli Stati Uniti, e di preservare, proteggere e difendere la Costituzione al meglio delle mie capacità”.

Terminata la parte più formale, accompagnata da un discorso e anche da un momento musicale, il nuovo leader Usa firma in una sala del Senato le nomine della futura squadra di governo. Dopo il pranzo inaugurale si dà il via ad una parata militare in Pennsylvania Avenue, di fronte alla residenza presidenziale, nel frattempo sgombrata degli effetti appartenenti al predecessore. Solo a notte fonda dopo aver preso parte ai balli inaugurali il presidente entrante può considerare davvero concluso il suo insediamento.

Alcune curiosità

La maggior parte dei presidenti giura poggiando una mano sulla Bibbia. Quattro di loro hanno usato la Bibbia di George Washington del 1789, Trump e Barack Obama quella di Lincoln del 1861. Il record del testo sacro più antico spetta però a Franklin Delano Roosevelt che ha prestato giuramento con un'edizione danese della Bibbia stampata nel 1686. Nove sono i giuramenti pronunciati sul lato occidentale del Campidoglio, 35 su quello orientale. Il primo presidente ad aver giurato a Washington è stato Thomas Jefferson nel 1801. Le tre precedenti inaugurazioni sono avvenute a New York e a Philadelphia.

A pronunciare il discorso d'insediamento più breve, appena 135 parole, fu George Washington nel 1793. Nel 1841 William Henry Harrison parlò invece per quasi due ore ignorando la tempesta di neve. Gli costò caro. Harrison infatti si ammalò di polmonite e morì un mese dopo. A proposito delle condizioni atmosferiche, Reagan, che ha governato per due mandati, detiene il record sia per le temperature più basse che per quelle più alte registrate il 20 gennaio.

La sicurezza dell’evento che ha luogo sulle scalinate del Campidoglio di fronte alla folla radunata lungo il National Mall è uno degli aspetti più delicati dei riti di transizione tra due amministrazioni. Nel 1857 una misteriosa malattia gastrointestinale colpì l’allora presidente eletto James Buchanan e il suo entourage che avevano soggiornato al National Hotel la notte prima dell’insediamento. A distanza di pochi giorni, centina di persone che parteciparono all’inaugurazione si ammalarono e almeno 30 di loro morirono. Gli Stati Uniti erano alla vigilia di una guerra civile che sarebbe scoppiata di lì a poco e cominciarono subito a circolare teorie su possibili complotti orditi per avvelenare il leader americano. Molto più probabilmente però la causa dei decessi fu un’epidemia di colera.

Più di recente, nel 2009 Obama fu informato di una minaccia che incombeva sul suo insediamento. L’intelligence Usa aveva ricevuto informazioni credibili in merito all’organizzazione di un attentato da parte di terroristi somali. In caso di un attacco al Mall, riporta il Washington Post, Obama avrebbe letto una breve dichiarazione nascosta nella tasca della sua giacca per spiegare alla folla presente come mantenere la calma e allontanarsi in maniera ordinata dall’area di Capitol Hill. L’allerta degli 007, che si rivelò un falso allarme, fu nascosta ai più e l’ex presidente non informò neanche sua moglie.

Il giorno di Trump

Stando a quanto reso noto dai media Usa, il 20 gennaio Trump comincerà il suo Inauguration Day partecipando ad una cerimonia religiosa presso la St. John Episcopal Church di Washington. Subito dopo il tycoon e sua moglie Melania si recheranno alla Casa Bianca per un tè di benvenuto con Joe Biden e la moglie Jill. Nel 2021, dopo essere stato sconfitto dal democratico, The Donald non partecipò ai riti previsti dal passaggio di consegne e decise di volare verso la sua residenza in Florida. Troppo forte per lui era, e lo è ancora, la convinzione di essere stato vittima di truffe elettorali.

A partire da mezzogiorno, il giuramento di Trump avrà luogo, preceduto da quello del suo vice J.D. Vance, nella Rotonda, la sala circolare sopra la quale si trova la cupola del Campidoglio, e verrà amministrato dal presidente della Corte Suprema John Roberts. La cantante Carrie Underwood canterà "America the Beautiful" accompagnata dal coro delle forze armate. Tra i numerosi ospiti presenti allo storico momento ci saranno il vice presidente cinese Han Zheng e, per l’Italia, la premier Giorgia Meloni.

Lo spostamento del giuramento all'interno di Capitol Hill ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai Servizi Segreti, ancora alle prese con le ricadute derivanti dai due tentati assassinii contro il republicano, ma ha alimentato alcuni sospetti tra i complottisti. A guidare la carica la deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene che ha dichiarato di aver partecipato "ad un numero infinito di comizi durante i quali Trump ha parlato in condizioni climatiche estreme" e pertanto si chiede se ci siano minacce alla sicurezza del presidente o dei suoi sostenitori. Ancora più esplicito il conduttore dell'ultradestra Alex Jones che ha parlato di un piano di "terroristi del Deep State" contro l'insediamento del leader Maga. Ad ogni modo a sorvegliare sugli eventi del 20 gennaio ci saranno 25mila tra poliziotti, agenti federali e militari.

Eccezionalmente la cerimonia di inaugurazione verrà trasmessa alla Capital One Arena che ospiterà anche la sfilata che di solito si tiene sul Mall e dove dovrebbe fare capolino Trump dopo aver prestato giuramento. Al momento si sa che il tycoon dovrebbe partecipare a tre balli ufficiali: il "Commander in Chief Ball"; il "Liberty Inaugural Ball" e lo "Starlight Ball". Tutti gli occhi sono comunque puntati sul discorso inaugurale. Stando alle anticipazioni della stampa Usa, il miliardario nel suo intervento dovrebbe abbandonare i toni cupi del “massacro americano” descritto il 20 gennaio del 2017 per abbracciare un messaggio più ottimista all’insegna dell’unità nazionale.

Solo tra quattro anni sapremo se le parole del 47esimo presidente saranno state preludio ad un secondo mandato più conciliante del primo o se The Donald avrà sprecato l’ultima occasione che gli offre la Costituzione americana per unire un Paese che non è mai apparso così diviso.

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