"Vogliamo un premier di sinistra". I socialisti aprono a Macron, ma il presidente frena

Olivier Fraure ha incontrato all'Eliseo il presidente Macron per sondare la possibilità di formare un governo

"Vogliamo un premier di sinistra". I socialisti aprono a Macron, ma il presidente frena
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Nuovi colpi di scena nella crisi politica francese: il Partito socialista e i Repubblicani sono pronti a negoziare con il presidente Emmanuel Macron per la formazione del nuovo governo, sulla base di "concessioni reciproche", dopo la caduta dell'esecutivo di Michel Barnier. Alle 12.00 è iniziato l'incontro all'Eliseo tra Macron e il segretario del Ps Olivier Faure, il quale ha precisato alla radio Franceinfo che il nuovo governo avrà un "contratto a tempo determinato".

Faure all'Eliseo con Macron

Poco prima di entrare all'Eliseo, il segretario del Partito Socialista ha invocato "un primo ministro di sinistra". Il numero uno del Ps ha inoltre deplorato che i socialisti siano gli unici, all'interno del Nuovo Fronte Popolare, a essere stati invitati all'Eliseo. "Noto, sono sorpreso e preoccupato che il Presidente della Repubblica non abbia ancora chiamato gli ecologisti nè i comunisti, anche se hanno espresso il desiderio di partecipare a un approccio costruttivo", ha dichiarato il primo segretario del Ps. Secondo fonti dell'emittente Bfmtv, il presidente Macron "non nominerà un primo ministro del Partito Socialista fin quando sarà alleato con gli Insoumise". Sempre secondo indiscrezioni, Macron valuta che un'alleanza Ps-Lfi porterà a una "mozione di sfiducia inevitabile".

"Siamo venuti a dire al Presidente della Repubblica che siamo consapevoli della situazione di stallo in cui versa il Paese e che vogliamo partecipare affinché il futuro dei francesi sia garantito. Ci assumiamo le nostre responsabilità, attraverso il dialogo e il confronto dei punti di vista. Vogliamo che gli ambientalisti e il Partito Comunista siano accolti allo stesso modo", ha dichiarato Fraure prima dell'incontro. Poi, ha precisato i desiderata del Partito: "Vogliamo un cambiamento di rotta che risponda a ciò che i francesi hanno espresso il 7 luglio: aumentare il loro potere d'acquisto, invertire la riforma delle pensioni, migliorare i servizi pubblici... Solo un Primo Ministro di sinistra può garantire questa direzione".

Le linee rosse di Macron

Due sono le linee rosse di Macron per il nuovo governo, secondo quanto indicato dallo stesso presidente francese in un incontro con i suoi: non nominare un premier socialista fino a quanto il Ps continuerà a essere alleato de La France Insoumise; in secondo luogo, l'altra condizione è che non sia distrutta la legge sulla riforma delle pensioni. Dal presidente, tuttavia, "nessun prerequisito su nessun argomento", secondo quanto riferito da Faure stesso. dopo un'ora e un quarto di colloquio. Il capo dello Stato, ha aggiunto Faure, si è detto "aperto a tutte le forze del fronte repubblicano", pertanto si confronterà "anche con le altre forze del Nuovo Fronte Popolare". Il presidente francese ha anche sottolineato che "il gruppo dei socialisti è capace di portare una nuova speranza". A Jean-Luc Mèlenchon e a quanti lo hanno criticato per aver accettato la convocazione all'Eliseo, Faure ha risposto che "non c'è alcun tradimento", assicurando di "parlare solo a nome dei socialisti".

La gauche si spacca

Una scelta che ora rischia di spaccare la sinistra pronta a ribadire che Lfi non ha conferito alcun mandato a Faure: lo ha scritto su X il leader della France insoumise Jean-Luc Mèlenchon in un post alquanto piccato, in reazione alle ultime dichiarazioni di Faure, ricevuto all'Eliseo. Faure, inoltre, ha fatto sapere che desidererebbe anche che Macron nomini "un precursore" che organizzi questo negoziato tra le forze politiche prima di nominare un primo ministro.

"Lfi non ha dato alcun mandato a Olivier Faure, nè per presentarsi da solo a questo incontro, nè per negoziare un accordo e fare concessioni reciproche a Macron e Les Republicains. Niente di ciò che dice o fa è a nome nostro o del Nuovo Fronte Popolare", ha dichiarato Mèlenchon.

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