A pochi giorni dall’insediamento del nuovo presidente a Taiwan, Lai Ching-te, previsto il 20 maggio, le autorità di Taipei lanciano l’allarme per nuove provocazioni da parte di Pechino. La scorsa settimana in appena ventiquattr'ore è stata segnalata la presenza nello Stretto di cinque navi da guerra e di ventisei aerei appartenenti all’esercito cinese. In particolare, diciassette velivoli si sarebbero spinti oltre la linea mediana dello Stretto considerata il confine non ufficiale tra l’isola di Formosa e la Cina.
L’incursione, la più massiccia delle ultime settimane, non è l’unica cattiva notizia per la "provincia ribelle". Da Washington, infatti, alti funzionari dell'intelligence Usa hanno reso noto che Russia e Cina avrebbero intensificato i loro programmi di cooperazione militare arrivando ad includere per la prima volta persino una possibile invasione di Taiwan. A rivelarlo durante un’audizione al Congresso è stata la direttrice della National intelligence Avril Haines secondo la quale Pechino e Mosca avrebbero già svolto esercitazioni congiunte in vista della realizzazione di tale scenario. A domanda diretta dei congressisti, Haines, in passato a capo della Cia, ha risposto che un eventuale conflitto con una delle due potenze potrebbe coinvolgere anche l’altra determinando così l’apertura di un secondo fronte.
Dello stesso tenore le dichiarazioni rilasciate ai membri della commissione del Senato per le Forze armate dal generale Jeffrey Kruse, responsabile della Defense Intelligence Agency. Kruse ha confermato che il Pentagono è sempre più preoccupato dalla collaborazione tra russi e cinesi e ne tiene ormai conto nella sua pianificazione strategica.
Le parole dei funzionari americani sorprendono comunque sino ad un certo punto. Sono stati gli stessi leader delle due potenze rivali di Washington ad annunciare una “partnership senza limiti” pochi giorni prima dell’inizio della guerra d’aggressione di Mosca contro Kiev. Un’intesa che, nonostante le sanzioni internazionali, non avrebbe impedito a Xi Jinping di continuare a fornire armamenti a Vladimir Putin. L’agenzia Reuters ha infatti diffuso le immagini satellitari di una nave russa, sospettata di trasportare armi nordcoreane da impiegare nei combattimenti in Ucraina, che da febbraio ormeggia probabilmente per lavori di manutenzione in un cantiere navale cinese.
Quanto confermato a Capitol Hill sul salto di livello nell’alleanza tra la Repubblica Popolare e la Federazione non promette niente di buono. Pechino ha più volte chiarito che il dossier Taiwan è “una linea rossa da non oltrepassare” e ha già bollato come “separatisti” i nuovi dirigenti eletti a Taipei lo scorso gennaio.
Xi Jinping in persona ha affermato di non voler passare l’annosa questione al suo successore e, secondo la Casa Bianca, l’invasione dell’isola da parte del Paese del dragone potrebbe avvenire entro il 2027. A questo punto resta da capire se il supporto russo potrebbe imprimere un’accelerazione ai piani della Cina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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