I colpi di fucile che hanno ferito Donald Trump ridisegnano completamente la campagna elettorale americana. L’attentato contro il tycoon durante un comizio a Butler in Pennsylvania, modifica pesantemente le immagini con cui dovremo confrontarci nei prossimi mesi, apre uno squarcio nel dibattito americano e rivoluziona il ciclo dei media e forse i sondaggi.
Il primo attentato dell'era social
Gli americani sono abituati alla violenza nella politica. Nella storia della politica americana si contano almeno quattro presidenti uccisi: Abraham Lincoln, James A. Garfield, William McKinley, John F. Kennedy e altri due feriti, come Theodore Roosevelt, Ronald Reagan, senza contare quelli che sono scampati a vari attentati. Eppure l'assalto contro Donald Trump è diverso. Intanto avviene ben 52 anni dall'ultimo attentato contro un candidato alla presidenza. L'ultima volta era stato infatti preso di mira il governatore dell'Alabama Goerge Wallace che correva come indipendente e che rimase paralizzato dalla vita in giù fino alla morte. Ma il blitz contro Trump è diverso soprattutto perché il primo attentato dell'era social.
Per settimane le foto e le clip dell'attentato rimbalzeranno alla velocità della luce in tutti gli angoli dei social. Si vederà in continuazione il video degli spari, quello di Trump che si tocca l'orecchio sanguinante, ma soprattutto quello di lui che si rialza e col volto insanguinato mostra il pugno alzato urlando "combattete", "combattete".
Una nuova immagine del leader repubblicano
Come ha notato Politico il passaggio dalla rabbia per l'attentato all'orgoglio per l'immediata risposta di Donald Trump con il pugno chiuso ha come effetto quello di galvanizzare la base. Si tratta di un momento in cui convergono tutte le frustrazioni che il campo repubblicano ha accumulato negli ultimi anni. Dalla campagna giudiziaria contro The Donald ai ripetuti appelli dei democratici a fermare Trump perché minaccia reale contro la democrazia. Ora l'attentato, e le immagini arrivate da Butler, danno nuova linfa al magnate e alla causa repubblicana.
Negli stessi momenti in cui non era chiaro cosa stesse succedendo i vertici del Gop hanno pubblicato istantaneamente le immagini di Trump sanguinate ma fiero proprio per mostrare la potenza politica di quel gesto. Le campagne elettorali moderne si nutrono di simboli molto più che di programmi e proposte. E soprattutto le sensazioni sono quelle che determinano l'inerzia di una campagna. E così le sensazioni intorno all'attentato divertano benzina per il mondo repubblicano e la campagna di Trump. Come nota Politico è probabile che la foto del Trump ferito ma combattivo diventi l'immagine simbolo non solo dell'attuale campagna elettorale, ma di tutta la sua carriera politica.
Un simbolo per la campagna repubblicana
Il comitato elettorale dell'ex presidente lavora da mesi a una piattaforma politica solida con un messaggio chiaro che potrebbe essere riassunto in modo molto semplice: il Paese è nel caos e serve qualcuno che porti ordine. Ben prima del dibattito con Joe Biden, Trump si è posto come la figura vigorosa capace di risolvere i problemi che stanno a cuore agli americani, come l'emergenza migratoria e i problemi di sicurezza. Ora quella campagna ha una copertina, un'immagine che non potrà essere cancellata.
Mike Murphy, stratega repubblicano di lungo corso che non appoggia la rielezione di Trump, ha riassunto a politico il quadro in maniera molto chiara: "Il pugno alzato diventerà l'icona della convention repubblicana". Il partito, si riunirà, infatti proprio domani a Milwaukee per formalizzare la candidatura di Trump. E lì si tasterà il polso del partito, ma in fondo anche del Paese.
Come cambia la corsa elettorale
Il primo effetto elettorale dell'attentato sarà quello di mobilitare ancora di più il popolo di Trump. Un modo per portare alle urne anche i più incerti del campo repubblicano. Ma non solo. Nelle prossime settimana l'attentato (e la reazione di Trump) potrebbero avere effetti positivi nei sondaggi. Sempre secondo Murphy il segmento elettorale più significativo che potrebbe oscillare è quello degli indipendenti: "Per Trump potrebbe arrivare un po' di buona compassione americana vecchio stile".
Intanto in casa dem gli allarmi suonano a più non posso. Joe Biden e molti leader del partito hanno condannato la violenza, ma nelle retrovie il terrore è tanto. La convention, la nomina del candidato alla vicepresidenza e ovviamente l'attentato, daranno uno slancio enorme ai repubblicani, non solo nei sondaggi, ma anche e soprattutto nel prendersi il ciclo dei media.
I dem, dopo settimane al centro del dibattito, passeranno in secondo piano, il tutto senza ancora aver risolto la questione dell'eventuale ritiro del presidente. In questo clima anche una sostituzione di Biden, magari in favore di Kamala Harris, farebbe meno rumore.
E gioco forza avrebbe meno effetti sui sondaggi. Uno scenario da incubo in vista del voto che solo una convention di Chicago energica e coi fuochi d'artificio potrebbe evitare. L'estate più calda della politica americana è appena iniziata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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