Ieri, a leggere la corrispondenza da Parigi di Repubblica sulla «Francia in crisi di nervi», dove il possibile trionfo di Marine Le Pen alle elezioni parlamentari anticipate sta generando tra la popolazione il panico, siamo stati colti dal panico! «Il fatto che la Le Pen possa vincere provoca un senso di vertigine e si registra un'impennata di sintomi come depressione, stress, tachicardia e insonnia». Da non dormirci la notte.
Nell'articolo terroristico del quotidiano italiano - e poi parlano di propaganda russa - il presidente della Federazione francese degli psicologi, e ne avremmo bisogno uno anche noi, dice che nel Paese si è propagata la «demo-ansia». Ha detto proprio così: «demo-ansia». Ovvero un panico da democrazia sotto minaccia. Oh là là... E poi l'acqua della Senna si trasformerà in sangue, le città saranno invase da rane, morirà tutto il bestiame e dopo la grandine verrà la peste.
Ora. Ci sono due cose che non abbiamo capito. La prima: com'è possibile che la Francia soffra di depressione e insonnia perché rischia di vincere il leader politico più amato dai cittadini? Forse significa che per salvare la democrazia non si dovrebbe mai lasciare votare il popolo.
E poi la seconda: ma se la Francia precipita nel fascismo della Le Pen, dove andranno adesso in esilio gli intellettuali italiani in fuga dal fascismo della Meloni? O saranno gli intellettuali francesi in fuga dal fascismo della Le Pen a venire in esilio nell'Italia della Meloni?Uhmmmmm Forse andranno tutti in esilio nell'Ungheria di Orbán. Che la vita là costa anche meno.
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