Un comitato liberaldemocratico in Germania si è posto seriamente la questione circa la compatibilità di Alternative fur Deutschland (Afd) con la Costituzione tedesca promulgata dopo la Seconda guerra mondiale nella Repubblica Federale Tedesca. E ha avviato la promozione di una raccolta firme perché il Bundesrat, il Senato tedesco, possa esaminare la questione di legittimità della formazione sovranista di destra radicale e chiedere eventualmente un parere alla Corte costituzionale di Karlshrue.
Chi sono gli attivisti che discutono del bando di Afd
Volksverpetzer, questo il nome dell'associazione, è un gruppo fondato nel 2014 nella città di Augusta e dal 2015 attivo su scala nazionale come portale di fact-checking e controllo di presunte fake news e posizioni incitanti all'odio nella politica nazionale tedesca.
Il fondatore Thomas Laschyk ha lanciato nei giorni scorsi la petizione per una proposta di iniziativa popolare da sottoporre al Bundesrat, che ha già raccolto oltre 125mila firme sulle 200mila necessarie e in cui non si chiede esplicitamente la messa al bando dell'Afd ma la congruità tra le posizioni del partito guidato da Tino Chrupalla e Alice Weidel e l'articolo 21 della Grundgesetz, la "Legge Fondamentale" che in Germania ha valore costituzionale. Secondo l'articolo 21 "partiti sono incostituzionali se i loro obiettivi o il comportamento dei loro sostenitori mirano a compromettere o eliminare l'ordine fondamentale democratico libero o a mettere in pericolo l'esistenza della Repubblica federale di Germania. Possono essere vietati dalla Corte costituzionale federale".
Il ruolo della Corte costituzionale
La petizione lanciata da Volksverpetzer incardina alla perfezione questo principio nella richiesta: "né noi né i politici abbiamo il diritto di decidere se Afd debba essere bandita", scrive Laschyk sul blog dell'associazione. Aggiungendo che "a nessuno è permesso decidere in questo modo, questo è ciò che chiamiamo una democrazia liberale. Ma per una buona ragione, c'è solo un organo in Germania che può farlo: la Corte costituzionale federale".
Alla Corte ci si rivolge parlando di una serie di precedenti allarmanti interni a Afd: "l'AfD fa parte di un movimento internazionale di partiti che vogliono minare e abolire le democrazie occidentali. Abbiamo già visto in altri paesi come stanno cercando di abolire lo Stato di diritto, limitare la libertà di stampa e distruggere la diversità dei partiti".
Afd e le posizioni radicali e identitarie
Per Volkserpetzer l'approccio dovrebbe essere quello ribattezzato "democrazia difensiva" o, forse ancora meglio, preventiva. La Costituzione tedesca, in altre parole, dovrebbe far sì che qualsiasi potenziale riproposizione del nazismo anche in forma remota sia bandita e che l'ordine democratico sia garantito in tutte le sue forme.
La presa di posizione del gruppo di cittadini di Augusta arriva a dire che è la paura dell'Afd a giustificare scelte come le politiche migratorie tedesche ed europee e a mettere tra le potenziali minacce dell'Afd alla democrazia la sua ambiguità sulla condanna della Russia per la guerra in Ucraina, le posizioni radicali su cultura e identità di suoi esponenti come il segretario della Turingia Bjorn Hocke e la posizione relativamente scettica sui cambiamenti climatici. Prese di posizione articolate, che riflettono al contempo un timore per le mosse della destra radicale tedesca e anche una sostanziale reazione, forse scomposta ma chiara negli obiettivi, all'improvvisa ascesa di Afd, che vola nei sondaggi in una Germania in crisi economica e sociale.
Il precedente sulla corrente di ultradestra
In passato la Corte costituzionale si è già espressa sull'Afd, sciogliendo de jure nel 2020 la corrente interna Der Flugel ("L'ala") definendola "una organizzazione estremista di destra avversa all'ordine di base liberal democratico [...] perciò non compatibile con la legge fondamentale della Repubblica Federale di Germania".
Der Flugel aveva proprio in Hocke il suo animatore e si stimava mobilitasse fino a un quinto degli iscritti dell'Afd. La permanenza degli iscritti alla corrente nel partito e la presa ottenuta in Afd hanno spinto nel gennaio 2022 l'eurodeputato e capolista alle Europee 2019 Jörg Meuthen a lasciare il partito di cui era presidente. Meuthen era ritenuto il principale esponente dell'Afd teso a normalizzare in senso nazional-conservatore e liberale la formazione epurando le ali più xenofobe e le sacche di neonazismo interne nell'ottica di un graduale inserimento del partito nel sistema costituzionale.
Afd esiste e non può essere ignorata
La crisi russo-ucraina, lo tsunami energetico, l'ondata di disagio sociale che pervade la Germania e l'onda lunga della pandemia hanno aperto a un dinamismo crescente per l'Afd in cui entrambe le correnti, quella di destra radicale e quella nazional-conservatrice, hanno convissuto scontrandosi e rimescolandosi. Il partito ha seguito sulla guerra e l'immigrazione le posizioni identitarie, critiche dell'ordine liberale e, sui migranti, xenofobe. Ma al contrario si è presentata come formazione ultraliberista sull'economia e, soprattutto, la solidarietà europea. Nei mesi è arrivata a superare il 20% nei sondaggi e il 30% nei Lander della Germania orientale.
Volksverpetzer è sceso in campo contro un'organizzazione che, piaccia o meno, rappresenta un cuore pulsante della politica tedesca e non si può ignorare o demonizzare. Anzi, paradossalmente le proposte di divieto di un partito che rappresenta un sintomo della fragilità istituzionale e sociale tedesca rischiano di indebolire, piuttosto che rafforzare, la democrazia. Con le regole attuali a partiti come Afd sarà sempre precluso l'accesso al governo e il sovvertimento della democrazia, ammesso (cosa improbabile) che questo sia nei piani del partito.
Ma l'evoluzione dei suoi consensi rappresenta un termometro dello stato di salute del sistema-Paese Germania.
Verso cui oggi molti cittadini sembrano aver perso sempre più fiducia, affidandosi al voto di protesta a Afd in risposta. Un tema che dovrebbe far discutere molti sulla tenuta del modello germanico in Europa, colpito dai danni degli ultimi anni alla strategia mercantilista e esportatrice del Paese cuore d'Europa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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