Michel Barnier, il premier del governo più corto della V Repubblica

Una carriera che supera il mezzo secolo, dalla laurea prestigiosa al governo francese, passando per la Commissione Europea e i negoziati sulla Brexit

Michel Barnier, il premier del governo più corto della V Repubblica
00:00 00:00

Tre mesi dopo la sua scelta, all'indomani (si fa per dire) delle elezioni anticipate più complesse della storia francese recente, Michel Barnier è costretto a fare gli scatoloni. Ex ministro, commissario europeo e negoziatore dell'UE per la Brexit, Barnier aggiunge un altro titolo alla sua lunga carriera: ex premier del governo più breve nella storia della Quinta Repubblica francese. Un gesto senza precedenti dal 1962.

Gli esordi

La sua esperienza a capo dell’esecutivo, affidatagli dal presidente Emmanuel Macron il 5 settembre scorso, è durata appena 51 giorni, asfaltata dal peso di una mozione di sfiducia. La scelta di Macron era stata chiara: formare un governo di unità per affrontare la crisi politica in vista delle elezioni legislative, ma la missione è fallita.

Nato nel 1951 a La Tronche, nel dipartimento del Rhône-Alpes, il 73enne Barnier ha mosso i primi passi in politica già da adolescente, entrando a soli 14 anni nel Rassemblement pour la République, il partito di ispirazione neogollista. Dopo la laurea nel 1972 alla prestigiosa ESCP Europe di Parigi, si dedica completamente alla politica. Deputato all’Assemblea Nazionale dal 1978 al 1993, passa poi al Senato, ma lascia l’incarico per diventare ministro dell'Agricoltura nel governo Balladur (1993-1995) e successivamente ministro delegato per gli Affari europei con Juppé (1995-1997).

L'impegno europeo

Il suo impegno europeo si intensifica tra il 1999 e il 2004, quando diventa membro della Commissione Europea sotto la guida di Romano Prodi, con la delega alla Politica regionale e alla riforma istituzionale. Nel 2006, diventa primo consigliere per la campagna presidenziale di Nicolas Sarkozy, poi eletto presidente nel 2007. Tornato al governo come ministro dell'Agricoltura con François Fillon, Barnier viene successivamente nominato, nel 2009, commissario europeo per il Mercato interno e i Servizi finanziari. José Barroso gli affida un portafoglio cruciale e durante questo mandato redige la nota direttiva del 2014 sulla gestione dei diritti d’autore nel mercato digitale, ribattezzata “direttiva Barnier”.

La missione Brexit

Nel 2015, Jean-Claude Juncker lo nomina consigliere speciale per la politica di Sicurezza e Difesa europea, mentre nel 2016 diventa protagonista di una delle sfide più complesse della storia recente: guidare i negoziati sulla Brexit. Determinato e rigoroso, Barnier affronta l’incarico con fermezza, dichiarando al termine delle trattative: “Il nostro obiettivo era chiudere il capitolo Brexit il più rapidamente possibile, e ci siamo riusciti con unità e determinazione”. Tuttavia, ha sempre considerato l’uscita del Regno Unito dall’UE una “sconfitta per entrambe le parti”.

Nel 2021 tenta l’ultima corsa verso l’Eliseo candidandosi alle primarie del partito Repubblicano.

Conquista solo il 23% dei voti, fermandosi al primo turno dietro Valérie Pécresse ed Éric Ciotti, chiudendo così una carriera che lo ha visto protagonista sulla scena politica francese ed europea per oltre mezzo secolo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica