
Nubi nere continuano ad addensarsi sul dossier ucraino dopo il disastroso incontro alla Casa Bianca di venerdì scorso tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Un funzionario anonimo consultato dal New York Times riporta che oggi il presidente americano incontrerà alcuni dei suoi principali consiglieri in materia di sicurezza nazionale per discutere della possibile sospensione o della cancellazione totale degli aiuti militari a Kiev. Previsti tra i partecipanti al meeting il segretario di Stato Marco Rubio e il segretario alla Difesa Pete Hegseth.
Lo stop da parte del tycoon potrebbe interessare anche le ultime spedizioni di munizioni e attrezzature autorizzate e già pagate dall’amministrazione Biden. Prima dello scontro senza precedenti nello Studio Ovale erano già passati una cinquantina di giorni dall’ultima volta che il Pentagono aveva annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina e il silenzio di Trump sull’argomento e il suo riavvicinamento in parallelo al regime di Mosca avevano sollevato numerosi timori tra gli ucraini e tra i partner della coalizione occidentale. Durante la presidenza democratica, a partire dal febbraio del 2022 le spedizioni di materiale bellico dagli Usa venivano annunciate all’incirca ogni due settimane o, a volte, a distanza di cinque o sei giorni l’una dall’altra.
Pochi giorni fa un ex funzionario della Difesa aveva dichiarato che le ultime armi che Kiev ha acquistato dalle aziende americane sarebbero state spedite entro i prossimi sei mesi. Terminato tale periodo e in assenza di ulteriori aiuti Usa, la difesa dell’Ucraina sarebbe dipesa unicamente dal contributo dei Paesi europei. Uno scenario che nelle prossime ore rischia di essere rivisto in maniera drammatica.
In parallelo al deteriorarsi dei rapporti tra Washington e Kiev prosegue lo scongelamento delle relazioni tra la Casa Bianca e il Cremlino. È infatti da leggersi in tale contesto l’ordine di fermare le operazioni informatiche offensive contro la Russia impartito dal segretario Usa alla Difesa, Pete Hegseth, allo U.S. Cyber Command. Anche in questo caso la fonte delle indiscrezioni è il New York Times che cita tre elementi dell’attuale e della passata amministrazione.
Stando a quanto reso noto, l’ordine segreto sarebbe stato dato dall’ex anchorman di Fox News prima della debacle diplomatica trasmessa in diretta televisiva. Non si conoscono la portata precisa e la durata effettiva dell’ordine del capo del Pentagono ma, come sottolinea il quotidiano Usa, “mantenere l’accesso alle principali reti russe a fini di spionaggio è fondamentale per comprendere le intenzioni di Putin nel momento in cui si avvia un negoziato e per seguire le discussioni in Russia su quali condizioni insistere e a quali rinunciare”.
Mentre il presidente Zelensky cerca di ricucire il rapporto con Trump affermando che sia ancora possibile salvarlo, Vadym Skibitsky, vice capo del servizio ucraino di intelligence militare (Hur), fa sapere che la Russia ha in programma di reclutare 343.000 nuovi soldati nel 2025 per fare fronte alle massicce perdite subite. Skibitsky dichiara che i piani del Cremlino potrebbero cambiare con l'aumentare delle perdite spiegando che ad esempio “l'anno scorso l'obiettivo era di 375-385.000 coscritti, poi i piani sono cambiati in 430.000".
Il vice capo degli 007 ucraini lancia l’allarme inoltre per il piano di rafforzamento delle capacità di lancio di velivoli senza pilota da parte della Federazione che potrebbe vedere attacchi compiuti in simultanea con 500 droni Shahed contro obbiettivi in Ucraina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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